Antonio Federico ha presentato una interpellanza urgente al Ministro della Salute Giulia Grillo.
Lo scorso 11 aprile, infatti, si è tenuto il primo Tavolo di verifica degli adempimenti per il Piano di Rientro molisano della nuova gestione commissariale da cui, secondo il governatore del Molise Donato Toma, sarebbe emerso un disavanzo di 22 milioni di euro di cui 7 milioni di mancati trasferimenti dal bilancio della Regione a quello della sanità e 15 milioni riguardanti l’extrabudget per i privati accreditati. Numeri che hanno riacceso il pericolo di una nuova impennata delle tasse regionali e la conferma del blocco del turnover per medici e operatori sanitari. A questo aggiungiamo che lo stesso Toma ha detto di aver ricevuto una diffida formale dai Commissari ad Acta della Sanità per 4,2 milioni di euro che devono essere rimessi sulla GSA, gestione sanitaria accentrata, per la quale il gruppo M5S in Consiglio regionale ha fatto richiesta di accesso agli atti al fine di verificarne l’esistenza. Insomma, Toma sembra giocare con lo spostamento di fondi sanitari che sebbene possibile in termini contabili, è quanto meno inopportuno per una regione in Piano di rientro.
Nell’interpellanza ho quindi chiesto la pubblicazione dei dati economico-finanziari presentati all’ultimo tavolo di monitoraggio da struttura commissariale e advisor a supporto della Regione e ho chiesto di conoscere le azioni che il Ministero della Salute intende portare avanti per garantire la piena disponibilità dei servizi erogati in tutte le strutture ospedaliere presenti molisane.
Nella sua risposta, il Sottosegretario alla Sanità Armando Bortolazzi ha specificato che il verbale redatto nel corso dell’ultimo Tavolo tecnico è attualmente in fase di consolidamento da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, stante l’esiguo lasso di tempo intercorso, e sarà disponibile solo dopo la sua formalizzazione da parte dello stesso Ministero.
In merito alle iniziative volte a garantire la piena disponibilità dei servizi erogati, il Ministero della Salute ha chiesto alla Regione di adottare un ulteriore documento di programmazione della rete ospedaliera. Bisogna infatti ridefinire l’articolazione dei nodi delle reti tempo-dipendenti insieme a un provvedimento organico di riorganizzazione della rete territoriale che, in coerenza con i fabbisogni di assistenza, deve risolvere le criticità riscontrate dalla verifica Lea con particolare riferimento all’offerta assistenziale per disabili e anziani non autosufficienti. La carenza dei medici è grave. A tale riguardo la struttura commissariale è già al lavoro per acquisire la disponibilità delle aziende sanitarie delle regioni confinanti affinché possano supportare in emergenza l’azienda sanitaria regionale molisana avvalendosi di professionisti loro dipendenti per la copertura dei turni di servizio. A tale scopo è stato già elaborato uno schema di convenzione che può essere uno strumento congruo, in questa fase, ad assicurare la degna continuità assistenziale della popolazione.
Inoltre, grazie alle norme inserite nel Decreto Calabria all’esame alla Camera, sono stati rivisti i limiti di spesa di tutte le regioni per il personale rendendoli più flessibili e, dal 2021, incrementandoli attraverso la destinazione di un importo pari al 5% dell’incremento del Fondo sanitario regionale rispetto all’esercizio precedente. Ma, cosa ancor più importante: per le regioni in Piano di rientro, un emendamento appena approvato in Commissione Affari sociali elimina l’automatismo della sanzione del blocco del turnover nel caso di persistenza del disavanzo.
Sia la convenzione con le regioni limitrofe per combattere la carenza dei medici sia lo stop al blocco del turnover nelle regioni in piano di rientro certificano la volontà del governo di imprimere una inversione di tendenza delle politiche assunzionali nel servizio sanitario sacrificate in nome di regole che hanno ingiustificatamente compresso l’esigenza di ricambio, se non di potenziamento del personale degli enti che erogano prestazioni sanitarie alla popolazione.
Lo sblocco del turnover è una notizia fondamentale per garantire ai molisani una sanità pubblica e di qualità. Per 10 anni il blocco è stato la ‘spada di damocle’ rimasta pendente sulla testa dei molisani costretti a fare i conti con reparti senza dirigenti, carenza di medici, ricambio generazionale assente. Questa previsione normativa risarcisce i molisani di 10 anni in cui è stato negato loro il diritto alla salute e sono felice sia arrivata ben prima dell’interessamento della Conferenza delle Regioni a conferma che il governo va avanti a prescindere dagli annunci spesso vuoti che provengono anche dal Molise.
Ad ogni modo resto in attesa della pubblicazione dei verbali del tavolo tecnico e lì potremo verificare quali sono le vere partite in gioco in termini finanziari e contabili anche e soprattutto per capire se entro il 2019 riusciremo ad arrivare al pareggio di bilancio. In questo modo riporteremo in capo al Consiglio regionale, quindi di riflesso ai cittadini, la facoltà di approvare i Piani sanitari, la possibilità di pensare e realizzare una sanità per tutti, ad esempio riconsegnando importanza alle reti territoriali e dell’emergenza.
Ho chiuso la mia interpellanza con un monito: i molisani non sono cittadini di seconda categoria. Tutti loro, anche quanti vivono nei centri più isolati, in aree interne e depresse, non devono essere abbandonati. Il governo, i commissari e le istituzioni coinvolte devono lavorare per garantire a chiunque le stesse possibilità, anzi la stessa certezza, di accedere in ogni momento alle cure. I provvedimenti annunciati oggi vanno in questa direzione.