La CGIL del Molise ha da sempre denunciato la cattiva organizzazione della sanità molisana dovuta, soprattutto, a un aumento sproporzionato dell’affidamento di prestazioni alla sanità privata e a una scarsa presenza di servizi diffusi sul territorio.
L’ormai ultradecennale esperienza di commissariamento della sanità regionale assume caratteri paradossali se si considera che nessuno degli atavici problemi legati al Sistema è mai stato risolto : nessun segnale positivo né sul risanamento del debito né sull’offerta qualificata di assistenza fatte salve alcune eccellenze tenute in piedi più dalla professionalità e dallo spirito di appartenenza e sacrificio di medici, lavoratori e più o meno strutturate equipe e non certo dalla volontà di programmare e strutturare servizi da parte dei diversi attori e decisori politici.
La crisi pandemica ha messo ancora più a nudo tutte le deficienze del sistema evidenziando una gestione caotica delle strutture sparse sul territorio, arrivando alla assurda mancanza di identificazione, nel bel mezzo della pandemia, di un centro Covid dedicato, determinando un fenomeno sempre più crescente di esclusione di ampie fasce di cittadini dalle cure non solo emergenziali ma anche ordinarie.
Il dato complessivo della privatizzazione della sanità è preoccupante in quanto mette in discussione il principio universalistico dell’accesso alle cure e apre la strada alla tediosa differenziazione di assistenza basata sul reddito e sull’appartenenza alla “categoria sociale” laddove non scade nel mesto sistema delle conoscenze personali.
Il depauperamento del sistema Sanitario Pubblico è reso ancora più evidente dai bandi andati deserti negli ultimi mesi, vicenda sulla quale bisognerebbe fare chiarezza, considerata la già poca “appetibilità generale” della nostra Regione aggravata dal fatto che la maggior parte dei concorsi banditi sono a tempo determinato in controtendenza con la richiesta diffusa, non solo da parte sindacale, di lotta al precariato nell’erogazione di servizi essenziali, di rafforzamento, strutturazione e perequazione della medicina sul territorio.
Altra cartina al tornasole del nostro sistema sanitario pubblico è la fatiscenza delle strutture lasciate per anni in un misero stato di abbandono. Basta recarsi nella zona obitorio dell’Ospedale Cardarelli di Campobasso, guardare magari verso l’alto, per rendersi conto che nemmeno da morti si può riposare decentemente in pace ! ! ! La torre Covid, invece, proponendo un più o meno calzante paragone scacchistico, resta arroccata nella mente di chi l’ha pensata in attesa di chissà quale mossa successiva. L’annuncio pervenuto a mezzo stampa della (S)VENDITA del Gemelli Molise diventa la ciliegina su una torta che già di per se stava andando a male.
A fronte di tale situazione la CGIL del Molise ritiene fondata la preoccupazione di chi, in questi giorni, ha sollevato il problema di volontà ormai non più occulte di smantellamento di quel poco che resta della Sanità Pubblica molisana (e forse dell’intero Molise) e pertanto accoglie positivamente la richiesta di rafforzare i presidi, in via assolutamente temporanea e in attesa che si delinei anche una sorta di piano serio di fabbisogno del personale e di offerta sanitaria territoriale, con l’intervento del personale di Emergency così come è avvenuto per la Calabria.
Per questi motivi la CGIL, nelle prossime ore, anche attraverso le proprie strutture nazionali, invierà una richiesta di intervento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Salute Roberto Speranza e proverà a rafforzare questo indirizzo contattando i responsabili centrali di Emergency dando la disponibilità a raccogliere le firme a sostegno di tale richiesta all’interno delle proprie sedi facendo riferimento all’AUSER MOLISE (Tel. 3458826265 – 3391642442) così come proposto dal Forum in Difesa della Sanità Pubblica sostenuto da diverse associazioni di volontariato sul territorio.