“I dati dell’edilizia molisana sono allarmanti. Dal 2008 ad oggi sono andati persi cinque mila posti di lavoro su novemila e hanno chiuso i battenti mille imprese su duemila. Questo, per far capire l’enorme crisi che vede protagonista l’edilizia sempre più sovente portata alla sua dissoluzione. Un insieme di cose tra cui la mancanza dei permessi di costruire e il blocco per l’edilizia residenziale e commerciale, hanno dato il colpo mortale.
Senza parlare poi, dei pochi bandi di gara che si hanno in Molise e che sono ad appannaggio delle imprese di fuori regione mentre in altri territori le nostre imprese difficilmente trovano spazi nei bandi”. E’ quanto dichiarato da Aida Romagnuolo capogruppo della Lega alla Regione Molise. Il mio ordine del giorno, ha proseguito Romagnuolo, presentato all’ufficio di presidenza circa un mese fa, è teso a sollecitare e a mettere in campo azioni concrete e immediate per il pagamento alle imprese e per il rilancio del comparto delle costruzioni che deve recuperare centralità nella programmazione, anche dopo i reiterati appelli di Corrado Di Niro presidente dell’ACEM.
L’edilizia molisana, ha ancora detto Romagnuolo, è il settore a più alta incidenza per cui la spesa in costruzioni è l’unica che assicura occupazione e garantisce che i salari si spendano sul territorio regionale. La crisi nel Molise del settore e il mancato pagamento nei termini di legge dei lavori effettuati dalle imprese, ha ancora proseguito Romagnuolo, sta producendo problemi in ordine occupazionale e di sopravvivenza del settore stesso considerato che per i pagamenti di opere pubbliche extra ricostruzione post terremoto, si registrano di media 2 anni di ritardi per i fondi che non abbiano subito criticità contabili ed amministrative.
I ritardi, ha concluso Romagnuolo, sono ormai arrivati a toccare i 7 anni, essendoci lavori eseguiti addirittura nel 2012 e non ancora pagati e pertanto, mi rivolgo al Presidente Toma e all’assessore Niro, a farsi garante di interventi immediati atti a velocizzare la fase della spesa e a prevedere anticipazioni di cassa per evitare il tracollo delle imprese.