Al via l’operazione di risparmio degli interessi sui mutui già contratti da Comuni, grazie all’accollo da parte dello Stato così come chiesto dall’ANCI MOLISE. Ad avviare l’operazione è il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri .
I Comuni, le Province e le Città metropolitane che, alla data del 30 giugno 2019, hanno in carico mutui contratti con banche o intermediari finanziari con scadenza successiva al 31 dicembre 2024 e con debito residuo superiore a 50mila euro, potranno presentare al Mef un’istanza per la ristrutturazione del debito. Con l’accollo da parte dello Stato, gli enti locali pagheranno le rate di ammortamento a quest’ultimo che potrà rinegoziare i mutui.
Verranno estinti i vecchi mutui con apertura di nuove posizioni, con oneri finanziari complessivi minori, al fine di conseguire una riduzione totale del valore finanziario delle passività totali a carico delle finanze pubbliche. Gli enti con un’incidenza degli oneri complessivi per rimborso prestiti e interessi sulla spesa corrente media del triennio 2016-2018 superiore all’8 per cento, invece, potranno ristrutturare anche debiti di importo inferiore a 50 mila euro. Gli enti locali con popolazione inferiore a 5.000 abitanti saranno inoltre esonerati dall’obbligo di verifica della riduzione del valore finanziario delle passività totali di cui al secondo comma dell’articolo 41 della legge 448/2001.
La gestione da parte del Mef delle attività di ristrutturazione sarà realizzata attraverso una società in house con la quale gli enti dovranno sottoscrivere un contratto per l’accollo da parte dello Stato dei mutui ristrutturati. A seguito della presentazione dell’istanza, la società avvierà l’istruttoria e le attività necessarie per la ristrutturazione del mutuo e, all’esito delle stesse, comunicherà all’ente le condizioni dell’operazione, il nuovo profilo di ammortamento del mutuo ristrutturato, distintamente per la quota capitale e la quota interesse, gli oneri e le eventuali penali o indennizzi a carico dell’ente.
La società sarà autorizzata a ristrutturare il mutuo solo dopo l’accettazione da parte dell’ente delle condizioni ed il rilascio della delegazione di pagamento prevista dall’ articolo 206 del Tuel. La quota interessi del debito contratto con lo Stato concorrerà al calcolo del limite di indebitamento di cui all’articolo 204 Tuel.
Entro il 30 luglio di ogni anno la società dovrà altresì presentare un resoconto delle attività svolte, a partire dal 2021. Questo inciso fa ben sperare sullo sblocco del progetto messo a punto con il milleproroghe dello scorso anno e poi bloccato per un anno a causa della pandemia. Trasporto Scolastico: Comuni: come richiedere il rimborso per il trasporto scolastico. La richiesta con i dati delle imprese esercenti deve essere inoltrata entro il 3 febbraio I Comuni che intendono accedere al rimborso per trasporto scolastico entro il 3 febbraio devono comunicare i dati delle varie imprese esercenti i servizi di trasporto, mediante compilazione del modulo allegato al decreto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti di
concerto con il Ministero dell’Istruzione. Tale documentazione, comprensiva di apposita
richiesta di finanziamento, dev’essere inoltrata all’indirizzo dg.ts@pec.mit.gov.it.
Beneficiari e somme riconosciute.
Le risorse provenienti dal Dicastero saranno corrisposte agli esercenti direttamente dai
Comuni, senza sforare però il limite di 200mila euro a singolo contributo. Per quanto
concerne il calcolo delle risorse erogabili a ciascuna azienda, la somma spettante equivale
alla differenza, ove positiva, tra l’importo del corrispettivo per i servizi di trasporto previsto da ciascun contratto per l’anno scolastico 2019/2020 e quanto corrisposto dal Comune all’impresa, a seguito delle minori prestazioni in ragione dell’emergenza epidemiologica.
Se i fondi disposti dal MIT risultassero insufficienti, si procederà con una riduzione proporzionale dell’ammontare trasferito agli Enti, con conseguente ridimensionamento del contributo spettante all’esercente. I Comuni beneficiari e le somme riconosciute saranno individuati da un successivo provvedimento del Ministero, previa consultazione con l’ANCI.