Risanamento del bilancio comunale/ Carriero: le cattive scelte di oggi si pagano domani

La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma della manovra 2016 che consente di ripianare i disavanzi degli enti locali in 30 anni (Decisione n. 18/2019).

Una delle motivazioni della bocciatura è perché “grava in modo sproporzionato sulle opportunità delle generazioni future”, favorisce “un pernicioso allargamento della spesa corrente” e rimanda il risanamento “in modo irragionevole”.

Non avevo alcun dubbio in merito, perché così come impostata la norma, non solo scarica gli oneri sullegenerazioni future (30 anni di tempo per ripianare il disavanzo!), ma soprattutto viola l’equilibrio di bilancio e il principio di rappresentanza democratica.

La Corte Costituzionale ha, perciò, dichiarato incostituzionale la disposizione fortemente voluta dal governo Renzi e contenuta nella legge di Stabilità 2016, e modificato dal governo Gentiloni con la manovra 2017, che ha consentito agli enti localiinpredissestodi spalmare in trent’anni il ripiano dei disavanzi ampliando “la capacità di spesa in condizioni di conclamato squilibrio“.

La sentenza, recentissima, ha affermato inequivocabilmente che una siffatta norma lede l’equilibrio del bilancio e la sana gestione finanziaria dell’ente locale. Principio sacrosanto ed assolutamente condivisibile, a cui si aggiunge anche un riferimento alla “responsabilità nell’esercizio del mandato elettivo“, in sintesi non si può fare il guappo oggi ed inguaiare le amministrazioni future con un debito ultradecennale, anche in considerazione che se gli amministratori (quindi i politici) gestiscono male il proprio ente con carenza di servizi, incarichi folli, scelte discutibili ed indebitamento alle stelle, non possono pretendere che poi siano le varie sanatorie del governo nazionale di turno a rimettere in ordine i conti.

In sintesi, è giusto tentare di risanare i bilanci malmessi, ma senza “garantire” la sopravvivenza per lunghi decenni a quegli enti locali decotti, che presentano bilanci strutturalmente deficitari, attraverso la leva dell’indebitamento. Leva consentita, è bene ricordarlo, per la gestione degli investimenti e non certo per pagare la spesa corrente.

Per fortuna che, in questa nostra Italia sconquassata dal potere politico che a tutto pensa tranne al rispetto delle regole ed alla buona amministrazione, esiste ancora una Istituzione che svolge con diligenza il proprio compito di massimo controllore dello Stato: la Corte dei conti.

E lo affermo con orgoglio, anche se alcune volte mi piacerebbe una incisività maggiore, soprattutto nel nostro Molise dove si potrebbe fare molto di più!

La Consulta è stata chiamata a pronunciarsi sulla questione di legittimità costituzionale della norma cassata, proprio grazie al giudizio promosso da una Sezione regionale di controllo della Corte dei conti, nel caso in specie la Campania, che ha sollevato la questione trattando la rimodulazione del piano per il recupero del disavanzo di un comune e si è soffermata, per motivare la decisione di incostituzionalità, anche su altro aspetto non meno importante, cioè che applicando il principio di dilazione in trent’anni del disavanzo, si sottrae agli elettori ed alla comunità amministrata la possibilità di giudicare gli amministratori in base ai risultati ottenuti ed alle risorse effettivamente impiegate nel corso del loro mandato.

Molto spesso capita che politici incapaci prendano decisioni e compiano scelte irreversibili negli ultimi due/tre mesi di legislatura, sottraendo in questo modo potere di programmazione e decisionale a chi li sostituirà nel giro di una manciata di giorni.

Comportamento scorretto ed inaccettabile, soprattutto se una amministrazione è stata fallimentare, ha reso il proprio ente più povero (e non solo finanziariamente) e meno competitivo con altre realtà.

Quanto deciso dalla Consulta dovrebbe essere preso anche quale monito per le amministrazioni in scadenza, magari con un appello corale, perché le cattive scelte di oggi si pagano domani: abbiate il coraggio di astenervi dal fare ulteriori danni!

Costanza Carriero

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