Paolo di Laura Frattura con Decreto Commissariale del 4 giugno scorso ha aggiornato i Piani Operativi per il riordino della sanità in Regione riuscendo ad andare OLTRE l’antagonismo pubblico-privato e OLTRE le promesse vendute in campagna elettorale ai Comitati dei tre ospedali di Venafro, Larino e Agnone. Ma andiamo con ordine.
PUBBLICO VS PRIVATO
Nella rideterminazione dei posti letto, per rientrare nei parametri previsti, tutti gli ospedali pubblici pagano fortemente dazio, mentre gli unici che escono sostanzialmente indenni sono gli istituti privati accreditati: perché? La tanto sbandierata integrazione tra Fondazione Giovanni Paolo II e Cardarelli, pericolosa dal punto di vista della gestione del personale e della suddivisione di reparti e competenze, tramonta definitivamente, lasciando aperto però il contenzioso sulle UTIC (Unità di Terapia Intensiva Coronarica), aumentando il numero di posti letto per il privato e riducendolo al pubblico, lasciando pericolosamente scoperta la rete dell’emergenza (il privato non garantisce H24 e 7 giorni su 7) e creando difficoltà per quanto riguarda i casi di pluri-patologia da trattare. Per quanto riguarda la NeuroMed viene definitivamente scongiurata per la famiglia Patriciello quella ipotesi di ridimensionamento drastico previsto dal Piano Ruta di agosto, restando sostanzialmente in pareggio in termini di assegnazionedi posti letto, così come Villa Maria, Villa Ester e GEA Medica. A livello di percentuali circa il 37% (la media nazionale è del 20%) dei posti letto è assegnato al privato! Se poi analizziamo le aree territoriali scopriamo che questa percentuale diventa molto più alta in provincia di Isernia, mentre nel basso Molise si azzera perché in quell’area non sono presenti strutture private convenzionate, cosa che di per sé non poteva esser considerata panacea di tutti i mali. Ricordiamo infatti che se la mission del pubblico è quella di garantire il diritto alla salute costituzionalmente riconosciuto, quella del privato è fare cassa o comunque ottenere quei riconoscimenti, materiali o immateriali, che le permettono di restare sul mercato: perché in questa ottica di mantenimento delle strutture private non si chiede loro di realizzare dei Pronto Soccorso Generali?
“Riassetto organizzativo del Servizio Sanitario Regionale basato sulla netta prevalenza di strutture pubbliche che, a differenza della sanità privata (anche di quella di matrice cattolica), sono le uniche a poter garantire i principi di universalità, uguaglianza e solidarietà.” (dal Programma elettorale 2013 del M5S Molise)
VENAFRO, LARINO E AGNONE
La questione qui diventa invece più politica, di coerenza e forse di mancato coraggio. Ricordiamo tutti le promesse fatte dal Presidente della Giunta in campagna elettorale, i patti con i cittadini di Venafro, le parole spese per Larino e gli impegni presi fino a questi ultimi giorni con gli agnonesi. All’inizio della scorsa estate partì un tour informativo sul riordino della sanità in tutti i centri molisani ospitanti nosocomi: fu una bella esperienza e l’impegno dell’allora DG ASREM Carmine Ruta fu ben accolto anche da tutti gli operatori. Qualcosa, mai veramente chiarito neanche in Consiglio su esplicita domanda, andò storto e tutta quell’operazione si arenò: poteva essere quel metodo il giusto sistema per far comprendere con coraggio le decisioni che di lì a poco si sarebbero dovute prendere. Sa Presidente, il Movimento 5 Stelle ha affrontato con quel coraggio che le è mancato questi temi con i Comitati sin dai tempi in cui era facile far promesse in cambio di consenso elettorale. Queste sono le parole del nostro programma elettorale ed esplicitano la nostra posizione che non è MAI cambiata:“Riconversione delle piccole realtà ospedaliere sia per l’elevato costo di gestione sia per il serio rischio che rappresentano per l’utenza che vi gravita.”
MOBILITA’ ATTIVA & PASSIVA
“Il numero dei posti per ricoveri fuori regione (7.061) sommato alla riduzione dello standard di posti letto per discipline non attivabili per la dimensione demografica della regione (es. grandi ustionati, trapianti, malattie rare, etc), permette di stimare in circa 150 posti letto il fabbisogno che il Molise deve detrarre dalla dotazione standard di 3,7 per 1000 abitanti applicando i requisiti per le alte specialità, salvo compensarli con la mobilità attiva di competenza delle strutture private accreditate, che si possono stimare in 144 PL (come da tabella 21, pag. 33)” Questo passaggio è presente all’interno del documento di integrazione presentato e palesa la volontà di giustificare la salvaguardia del privato attraverso una logica di compensazione meramente ragionieristica, a scapito del diritto alla salute dei cittadini molisani. Sarebbe stato più opportuno preoccuparsi di recuperare la mobilità passiva attraverso il potenziamento della rete ospedaliera pubblica, eventualmente eliminando le duplicazioni e migliorando anche i servizi offerti. Forse qui si annidano i motivi per cui quasi 14 mila molisani ogni anno preferiscono effettuare ricoveri fuori regione nonostante ad oggi siano presenti ben sei ospedali sul territorio.
ACCREDITAMENTO E RSA
Ancora citando il piano integrato. “La Regione Molise spende, altresì, per mobilità passiva di riabilitazione extra ospedaliera circa 2,8 milioni di euro per circa 23.000 prestazioni. L’ASREM, ad oggi, non offre prestazioni ex art. 26 della legge 833/1978, che valgono circa 12,7 milioni di euro. Le azioni per il recupero della mobilità sono identificate nelle azioni della sezione successiva riferita al Piano di Riabilitazione extra-ospedaliera.”
Se è vero che Frattura vuole recuperare la mobilità passiva per le prestazioni extra ospedaliere come mai non ha applicato lo stesso principio per le prestazioni ospedaliere? Un modo potrebbe essere quello di aumentare le dotazioni di posti letto per lungodegenze negli ospedali di Venafro, Agnone e Larino, mentre allo stato attuale se ne prevede una riduzione, lasciando di fatto “scoperti” i 12,7 milioni di euro che possono diventare un vero affare per i privati convenzionati che operano nel campo delle strutture residenziali e riabilitative.
CONCLUSIONI
In attesa delle valutazioni del Tavolo Tecnico del prossimo 18 giugno in merito ai contenuti di tali integrazioni poniamo un ultimo quesito: ma perché se è stato rispolverato il tanto bistrattato Piano Sanitario di Basso non si provvede in tempi certi ad ottemperare ad un altro degli obiettivi che l’allora Commissario aveva, ovvero la sostituzione dell’attuale Direttore Generale Angelo Percopo?