Dal primo giorno in Consiglio regionale abbiamo segnalato un quadro normativo frammentato e vetusto in materia di turismo e valorizzazione del territorio. Oggi, con il voto unanime dell’Aula, abbiamo gettato le basi per una riorganizzazione del comparto che, in controtendenza rispetto ad altri settori economici, ha garantito una certa vivacità ai borghi molisani. Ma necessitava di un impegno della politica regionale.
L’ultima legge regionale sulle Pro loco risaliva infatti al 1977 e, nonostante i ritocchi emendativi, si è dimostrata incapace di adattarsi agli enormi cambiamenti che il turismo ha attraversato. Erano le stesse associazioni a chiedere un intervento riformatore, ch’era atteso almeno da tre legislature. Abbiamo fatto nostro il loro appello con una prima bozza di legge nel 2018, che oggi è finalmente approdata in Consiglio.
Con il nuovo strumento normativo si lancia un segnale importante: la volontà dell’amministrazione regionale di premiare l’incredibile lavoro svolto sui territori dai volontari delle Pro loco, tanto nell’erogazione di servizi turistici di base che nell’accoglienza e nell’animazione dei nostri borghi.
Nei 136 Comuni molisani operano circa 90 associazioni Pro loco. Secondo i dati forniti dall’Unione nazionale Pro loco d’Italia (Unpli), i volontari attivi in regione sono quasi 5.000. E si sono presi sulle spalle l’onere di mantenere in vita il turismo molisano, le sue tradizioni, la valorizzazione delle risorse naturali, ambientali, artistiche, storiche, culturali, enogastronomiche. Senza che, finora, venissero loro riconosciuti questi compiti.
Ciononostante, l’analisi dei fondi erogati a queste associazioni ci restituisce l’idea di una scarsa attenzione del governo regionale nei loro confronti. C’è stato infatti un decremento costante dei fondi destinati alle Pro loco, da 80.000 euro del 2013 a 65.000 euro del 2017 (pari a circa 714 euro per singola associazione). Risorse minime, se si considera che la Regione Abruzzo ha stanziato nel 2016 circa 720.000 euro (una media di 2.278 euro ad associazione) e la Sardegna ha investito ben 6.976 euro per singola Pro loco.
Malgrado le scarse risorse, le associazioni organizzano ogni anno attività, manifestazioni ed eventi per importi pari a 2.400.000 euro.
La legge approvata oggi in Consiglio regionale prevede una semplificazione delle attività per le Pro loco del Molise, che godranno di un coordinamento ed una interlocuzione costante con la struttura regionale, anche nell’ottica di attrarre risorse adeguate. La novità assoluta sta proprio nel fatto che, grazie a questa legge, sarà possibile incrementare i fondi utilizzando anche le risorse europee.
In particolare, la nuova legge regionale:
- riconosce le Pro loco quali soggetti attuatori della promozione turistica di base;
- riconosce il Comitato regionale dell’Unpli quale interlocutore della Regione nell’ottica di una corretta programmazione del settore;
- prevede la possibilità per Comuni e Unioni di Comuni di stipulare delle convenzioni con le associazioni al fine di organizzare eventi, attività di promozione sociale, allestire uffici di informazione ed accoglienza, concedere a titolo gratuito locali e attrezzature comunali;
- disciplina l’albo regionale delle Pro loco;
- stabilisce la competenza in materia di contributi alle Pro loco e alle loro strutture associative di rilevanza regionale.
Quarantacinque anni dopo il precedente intervento in materia, la Regione Molise pone un primo argine alla frammentazione della normativa turistica. E riconosce alle Pro loco un ruolo determinante nella promozione turistica e nell’erogazione di servizi turistici di base. Proprio quelli in cui, in assenza di risorse adeguate, siamo più carenti. Una presa di coscienza del ruolo di queste associazioni garantirà, ne siamo certi, un ritorno in termini di stimolo dell’economia locale e di immagine per i nostri meravigliosi borghi.