Dalla Faisa-Cisal Molise riceviamo e pubblichiamo
In questi giorni la vertenza ATM sta suscitando diverse polemiche sui social e sulle TV nazionali, portando l’attenzione generale sul problema del mancato pagamento degli stipendi. Purtroppo, come spesso abbiamo fatto notare, questa è solamente la punta dell’iceberg di molteplici problematiche mai risolte e neanche lontanamente affrontate dai vari organi competenti.
Ad oggi anche la SATI S.p.A. e la maggior parte delle aziende che gestiscono il trasporto pubblico in Molise, per l’esattezza 29, non pagano gli stipendi dei dipendenti se prima la Regione non ha liquidato a sua volta le aziende. Questo la dice lunga sulla solidità economica degli “imprenditori” molisani. Non esiste alcun rischio d’impresa, mettono in tasca gli utili e pagano solo se vengono pagati. Anche Topo Gigio sarebbe un imprenditore di successo in Molise.
Negli ultimi 40 anni le aziende di trasporto pubblico hanno beneficiato di milioni e milioni di euro e oggi ci ritroviamo con un servizio arretrato e inefficiente, sia sotto il profilo della sicurezza, ricordiamo che la quasi totalità delle fermate non rispettano gli standard di sicurezza necessari e violano il codice della strada, sia sotto il profilo della modernità, vista la vetustà degli autobus e i sistemi di bigliettazione antiquati e senza controllo.
In fine ricordiamo che gli autisti molisani sono tra i più produttivi d’Italia ma con la retribuzione più bassa, gli unici a non avere un contratto di secondo livello nonostante la Regione eroghi risorse, dal 2011, per circa € 3.700.000 alle quattro maggiori aziende, corrispondente ad oltre € 10.000 per dipendente, per un accordo aziendale di secondo livello che, allo stato attuale, è inesistente.