Terminati i lavori in Prima commissione, senza ancora il parere dei Revisori e con il solo voto favorevole della maggioranza, inizia in Consiglio la sessione dedicata all’approvazione del Bilancio. Mai come d’ora, nonostante l’ostentata sicumera di Roberti, la situazione dei conti è davvero pericolosa. Solo all’Assessore Cefaratti e a quel che resta della struttura regionale, che hanno lavorato in condizioni davvero proibitive, va dato atto di aver fatto tutto il possibile. Ma, purtroppo, questo non basta e probabilmente non basterà a rimettere in ordine numeri e cifre. Vedremo cosa dirà il Collegio dei Revisori, anche se sembra scontato un nuovo e pesante giudizio negativo.
Abbiamo ultimato il giro di audizioni sul bilancio sapendo che non può essere toccata foglia. Ci è stato detto a noi dell’opposizione e al partenariato economico e sociale che non si possono presentare emendamenti. Lo posso anche comprendere, ma allora perché ardire sul bilancio che non è toccabile in nessun modo e non ascoltare i pareri sui 440 milioni dell’FSC, che erano liberamente impiegabili per investimenti e hanno deciso in tre in una stanza?
Ancora, l’accordo con il Governo, previsto dalla legge di stabilità, non è stato siglato entro il 14 febbraio come previsto dalla legge. Ci dicono perché il termine non era perentorio. Bene. Quando verrà siglato? A quali azioni di risparmio la Regione si impegna? In Commissione, l’assessore ci ha detto che non ridurranno le spese del personale. Bene. Concordiamo, perché i pensionamenti hanno messo in ginocchio l’attività amministrativa dell’ente. Ma serviva aumentare quindi le spese dello staff politico della Giunta o quelle del direttore generale, che ha fatto la sua comparsa in consiglio regionale solo per leggere alcune righe su un improbabile e sgangherato Defr, cioè il documento di programmazione triennale, che non programma niente perché non dice una parola sulle intenzioni sui conti? Si ci ferma sull’universo mondo, ma non sulle cose concrete che dovrebbe dire: che succede dopo le sentenze della Corte Costituzionale, sulle prospettive di agenda delle attività dei fondi addizionali, sulle priorità politiche, sul Pnrr (scopriamo che ci sono 377 milioni a titolarità regionale ma non si sa su che cosa), etc.
La lunga sessione di bilancio comporterà che tutti i rendiconti e tutte le illegittimità verranno “facilmente sanate” in modo da uscire dal tunnel, ma con un forte costo a carico dei molisani. Le tasse al massimo sono il frutto di una pervicace gestione malsana, su cui revisori e Corte dei Conti, avevano abbondantemente redarguito. Nessuno paga mai? Neanche in termini politici? Tanto pagano i molisani.
Sul punto, abbiamo proposto una commissione sui conti regionali per fare piena chiarezza. Almeno su questo elemento chi non ha responsabilità dovrebbe essere d’accordo. Così finalmente, oltre la fretta del momento, si potrebbe scrivere una pagina pulita e nuova. Sapendo, per una volta, a chi impunture i disastri senza infingimenti. Si avrà il coraggio di istituirla? Resto speranzosa.
Ma oltre che della chiarezza, questo deve essere il tempo del coraggio e di aprire col Governo la più grande vertenza che serve al Molise, quella sul debito sanitario, la cui responsabilità è dei commissari governativi. Perché non farlo, quanto meno per ottenere una riduzione delle tasse direttamente derivanti da quello?
Come sempre, non si vuole disturbare il “governo amico” che sta condannando a morte il Molise? Anche su questo, anticipo che cercherò di oppormi. Proverò ad adire il giudice tributario e proverò a far dichiarare questo scempio ai danni dei molisani illegittimo oltre che profondamente ingiusto. Pagare il prezzo più alto per la peggiore sanità non può essere un costo ancora sostenibile per la gente onesta del Molise.
Così come per tutti gli altri servizi, dai trasporti, alle strade, alle scuole. I molisani non meritano di essere vessati ancor di più. Ma, evidentemente, questo non importa né a Roberti né alla sua complice e colpevole maggioranza di centrodestra.
Micaela Fanelli