di Stefano Manocchio
Non sarebbe difficile aggiungerla all’elenco delle tante operazioni certamente infruttuose dal punto di vista finanziario e anche politicamente inutili. La sede di Bruxelles della Regione Molise è stata giustamente contestata dall’inizio, cioè da quando fu acquistata nel 2005 in un periodo in cui non si badava a spese, che poi sono ricadute sulle spalle dei molisani come un macigno negli anni seguenti.
Un immobile imponente, forse per dare l’idea di grandezza ad una piccola regione, che allora come adesso non era autosufficiente ma voleva far sembrare di esserlo; a giustificazione di quella presenza scenografica, in uno dei posti più importanti della città belga, fu detto che sarebbe stata anche ad uso di altre regioni per manifestazioni di rappresentanza. Una ‘generosità’ francamente non richiesta. Adesso l’edificio è reso inagibile e privo di energia elettrica, telefoni, rete internet, pulizia e riscaldamento e presenta una serie di problemi che ne compromettono l’agibilità.
Inoltre mesi addietro è stato notato che, essendo chiusa e abbandonata, era stata visitata da alcuni soggetti, presumibilmente senza fissa dimora, che ne avevano lasciato traccia di presenza. Una sede pomposa, ma i dipendenti della Regione Molise sono ospitati nella sede dei ‘cugini’ abruzzesi, pare senza costi per la Regione Molise. Forse sarebbe stato più utile affittare un semplice appartamento ed evitare inutili costi alle già danneggiate casse regionali.
L’elegante palazzotto di Bruxelles, bello e prestigioso, allunga l’elenco delle spese inutili fatte con fondi pubblici, gareggiando con altri stabili noti alle cronache politiche come esempio di quello che una pubblica amministrazione non dovrebbe mai fare. Per i 750 metri quadrati dell’immobile è fissato ora un prezzo orientativo di 1,6 milioni di euro; lo stesso dell’acquisto di 19 anni fa, forse per non iscrivere a bilancio importi in perdita del cespite, ma naturalmente non è detto che si ottenga quella liquidazione.
Per il momento si raccoglierà solo l’eventuale manifestazione d’interesse di qualcuno che speriamo ci sia, anche a costo di rimetterci qualcosa, visto che in tutta questa storia l’unica decisione giusta è stata l’idea di mettere in vendita il palazzo.