di Stefano Manocchio
E’ l’argomento politico del momento, non solo per i toni accesi tenuti nell’aula del Senato al momento della discussione; il DDL Calderoli sull’autonomia differenziata sta sollevando gli animi e la protesta soprattutto nei territori, in primis il Meridione, dove questa riforma già adesso viene vista come penalizzante. Se ne sta discutendo in tutte le sedi politiche e se ne è parlato ieri mattina nella Sala Biblioteca del Consiglio regionale del Molise, con una conferenza stampa del gruppo regionale PD. Erano presenti la capogruppo Alessandra Salvatore, i consiglieri Vittorino Facciolla e Micaela Fanelli e il segretario regionale del partito Ovidio Bontempo. Abbiamo chiesto alcuni chiarimenti sulla loro posizione alla capogruppo, Alessandra Salvatore.
I promotori dell’iniziativa legislativa sostengono che questa non miri a spaccare in due il Paese, ma a responsabilizzare le Regioni, che ora saranno chiamate ad amministrare dimostrando la loro capacità secondo criteri di efficienza. Quale è la vostra risposta?
“Che non è affatto vero- dice la capogruppo- e cito subito un esempio significativo. Non è un caso che dopo l’approvazione, i senatori leghisti abbiano esposto la bandiera con il leone di San Marco, cioè il simbolo secessionista, a dimostrazione che l’idea non va nel senso dell’unità del Paese. Allora diciamo subito che questo provvedimento sancisce la fine del SSN con tutto quello che ne consegue ad esempio in Molise. Parliamo proprio della Sanità: in Regione siamo con il LEA solo sulla carta, con i LEP si pone fine al fondo perequativo.
Ma noi non ce la facciamo con la nostra fiscalità; basti pensare che diamo allo Stato circa 30 milioni a fronte dei 600 milioni che riceviamo. Il Molise, quindi, è già adesso in una situazione drammatica (per Sanità, Scuola, Trasporti, Infrastrutture) e non potrà garantire livelli dignitosi per le prestazioni sanitarie e per gli altri servizi essenziali. Aggiungo anche che molte delle nostre leggi vengono impugnate a livello centrale, ad esempio per incostituzionalità; ciò per una serie di motivi, a partire dalla carenza di personale, che rendono difficile un processo di completa autonomia fiscale e normativa”
E’ solo una questione politica?
“La Meloni e la sua maggioranza di centrodestra danno il via libera alla secessione economica, che condannerà il Centro-Sud ed il Molise alla desertificazione: se il disegno di legge Calderoli (che non prevede forme di redistribuzione delle risorse, oggi fondamentali) supererà anche il vaglio della Camera, verranno messi pesantemente in discussione il principio di eguaglianza ed i diritti fondamentali di milioni di cittadini, che già vivono gli effetti delle disuguaglianze tra Nord e Sud del Paese.
E mi meraviglio- dice ancora la Salvatore – che partiti forti al Centro Sud, primo fra tutti Fratelli d’Italia, sostengano un riforma del genere. E’ proprio questo che si deve capire, cioè che la lealtà politica non può andare a danno del Paese ed in particolare del territorio meridionale. Io spero che i deputati eletti in Molise nel passaggio alla Camera ragionino sulle conseguenze per il territorio e non facciano prevalere solo l’appartenenza politica”.
Quali saranno le vostre prossime iniziative in merito?
“Metteremo in campo ogni ulteriore iniziativa utile a contrastare una logica di disuguaglianza, con tutti gli strumenti che la democrazia offre -dice infine la capogruppo PD – ma vogliamo innanzitutto informare la popolazione, che probabilmente non ha ancora capito la portata negativa del provvedimento. Il Sud non sarà appetibile e rischia di crollare; e se crolla il Sud crolla tutto il Paese e questo a molte persone forse non è ancora chiaro. Detto ciò, tutte le iniziative ‘locali’ sono nelle nostre intenzioni, dalla mozione alla Regione, alla richiesta di una seduta monotematica di Consiglio regionale; ma se l’autonomia differenziata dovesse passare anche alla Camera, non si esclude anche la raccolta di firme per il referendum abrogativo. Quello che voglio far capire- dice in chiusura la Salvatore – è che la nostra non è solo una istanza del PD, ma di tanti amministratori del Sud, che stanno ragionando per tutelare i cittadini, che sono un interesse superiore rispetto alla logica di appartenenza politica, nella consapevolezza che questa non possa mai mettere in discussione il bene che si amministra”