Se la natura, o chi per essa, ci avesse attribuito doti medianiche, le avremmo subito utilizzate per intuire i primi passaggi post-elettorali in Molise e le relative conseguenze; non è stato necessario, perché la realtà questa volta è stata più veloce persino della fantasia. E’ stato un dirompente effetto a cascata, quello che ha investito le coalizioni politiche classiche: dirompente perché ha costretto la nomenclatura ‘rossa’ a rettificare immediatamente le posizioni assunte a caldo dopo la disfatta. Paolo di Laura Frattura non ha avuto il tempo di dire che le regionali erano diverse dalle politiche e che sarebbe stato impegnato nella nuova stagione, che ha subito inviato un secondo comunicato mettendo a disposizione del partito la rinuncia alla ricandidatura; Micaela Fanelli, dal canto suo, alla richiesta di dimissioni è passata dal ‘no’ al ‘ni’ per poi mettere a disposizione il mandato all’assembla, che però potrebbe decidere in tal senso solo dopo le regionali. Non è difficile dire che quello che sta accadendo per Renzi a livello nazionale accadrà anche per i suoi adepti principali in Molise, appunto due delle tre ‘F’ piddine, mentre Facciolla, in disparte, sembra preoccuparsi del suo futuro politico e non si espone più di tanto. L’effetto a cascata è sotto gli occhi di tutti: i politici che fino a sabato scorso avevano fatto intendere di voler concorrere per lo scranno più importante a palazzo D’Aimmo, subito dopo hanno annunciato la decisione opposta. Non si ricandiderà Frattura, non si ricandiderà Iorio e persino Pietracupa ha fatto capire di volersi dedicare solo al suo ruolo prestigioso all’interno del Neuromed, eccellenza non solo molisana e quindi azienda che richiede dedizione totale per mantenere questa alta linea di qualità. Ora più che mai il candidato premier molisano deve avere un volto che non sia neanche lontanamente assimilabile ai marchi storici; tutto sta crollando nella politica ‘tradizionale’ da destra a sinistra e le candidatura apartitiche adesso valgono come oro. Non è un caso se subito dopo il risultato elettorale sono tornati gli appelli alla candidatura in favore del giudice Enzo Di Giacomo, che peraltro già in precedenza aveva declinato l’offerta. In un comunicato collettivo, firmato da tutti i partiti di centro destra, da quelli confluiti solo adesso ma anche da associazioni civiche e movimenti si rinnova la richiesta per una sua candidatura come presidente di tutti; l’esito elettorale e l’urgenza di trovare una soluzione in tempi rapidi hanno accelerato la condivisione degli intenti tra tutte le sigle. Non sappiamo cosa risponderà il magistrato, ma siamo sicuri che di certo valuterà con la dovuta attenzione le richieste, senza cambiare le premesse fatte a suo tempo e cioè che non sarebbe possibile il suo impegno in un’aggregazione che non fosse espressione esclusiva della società civile nel suo complesso, quindi inclusiva di movimenti civici, associazioni di volontariato e quant’altro neanche lontanamente assimilabile alle sigle storiche che hanno fatto il bello e il cattivo tempo nell’ultimo ventennio. A capire questo nuovo clima prima di tutti sono stati naturalmente i responsabili dei Cinque Stelle, che non a caso hanno stravinto in Molise alle politiche. Stamattina in tanti, in strada, si sono chiesti ed hanno chiesto notizie su Andrea Greco, il candidato uscito vincitore dalle ‘regionarie’ grilline. Trentatreenne laureato in giurisprudenza, ha collaborato con i consiglieri regionali Manzo e Federico nella scorsa legislatura. Un giovane, un volto nuovo, poco noto alle platee politiche e in nessuna maniera assimilabile con la ‘res politica’ locale; ma militante conosciuto all’interno della struttura organizzativo-politica grillina, quindi con il pedigree dell’affidabilità e della fedeltà, che per loro vale più di tutto il resto. Quello che da altri poteva essere considerato il maggiore degli errori, adesso diventa il pregio assoluto. E’, soprattutto per il Molise immutabile, una vera e propria rivoluzione, non in senso strettamente ideologico (supponiamo che a nessuno venga in mente di gridare ‘hasta siempre Andrea’), ma di fatto qualcosa che non si era mai visto e che rientra in una logica che si è dimostrata vincente. Facciamo notare che il contraltare di ciò è un PD dove si saluta freddamente Frattura e dove ognuno adesso vedrà come ricollocarsi: in questa sorta di ascensore del successo e della disfatta si alimenterà il desiderio dei cittadini di partecipare attivamente alle scelte; la nuova situazione farà bene a tutti e la partecipazione sarà sicuramente maggiore, anche dove per ricominciare bisognerà prima rivedere l’esistente.
Stefano Manocchio