Regionalismo differenziato, dopo 55 anni a rischio l’identità del Molise

Si è celebrato il 55 ° Anniversario della Autonomia regionale molisana e si agitano nel paese ipotesi di rafforzamento delle competenze regionali in ossequio al cosiddetto “ Regionalismo differenziato “.


La proposta parte dalle regioni del Nord che richiedono più competenze e maggiori poteri allo Stato centrale , dopo anni di conflitti di competenze che hanno occupato le aule dei Tribunali Amministrativi e le sentenze della Consulta.


Come Province molisane , anche in sintonia con i deliberati dell’Unione Province Italiane ( UPI ) , avvertiamo la necessità di intervenire nel dibattito in corso evidenziando rischi ed opportunità di una tale evenienza. Riconosciamo la portata autonomistica della proposta delle iniziative regionali per l’attuazione dell’art.116 terzo comma della Costituzione , in una differenziazione degli assetti delle competenze innanzitutto legislative tra Stato e le singole autonomie regionali, in quanto si rafforza la responsabilità diretta tra cittadini e governanti che proprio nella “ Autonomia “ trova la sua più tipica espressione.


Accanto a ciò però si intravvede il pericolo di un “Potenziamento “ delle regioni interessate scollegato da un impianto autonomistico che non coinvolga anche il resto dei poteri locali in una logica di sistema.
In questa logica il ruolo delle Province e delle Città Metropolitane deve essere riconosciuto quale snodo fondamentale di un corretto ed efficiente sistema istituzionale fondato sui principi costituzionali di sussidiarietà ed adeguatezza.


Il rischio concreto sarebbe quello di uno sbilanciamento di poteri e la differenziazione rivendicata dalle regioni si tradurrebbe in un rinnovato ed accresciuto centralismo regionale.


Di contro un potenziamento del ruolo delle regioni imporrebbe alla legislazione statale una rivisitazione delle funzioni di garanzia dei servizi essenziali e della unità giuridica ed economica del Paese.
Tanto più si affermerà il regionalismo differenziato ed asimmetrico , tanto più il legislatore statale dovrà esercitare il ruolo di garante dei caratteri dell’Unità Repubblicana soprattutto per quanto riguarda il godimento dei diritti costituzionalmente garantiti con la determinazione dei relativi livelli essenziali delle prestazioni.


Quale è il rischio concreto per il Molise e per quelle regioni che per densità demografica e fragilità economica potrebbero subire un regionalismo asimmetrico e ridurre gli spazi di garanzia dei livelli essenziali e quali i possibili rimedi di un Autonomismo a dispetto dei numeri ?
Lo abbiamo indicato , nel fase di revisione degli assetti dei poteri locali, da una parte la Regione deve accelerare i processi di cooperazione rafforzata con le regioni contigue e dall’altra , al proprio interno , rivedere la Governance locale , assegnando ruolo di gestione con conseguente piena valorizzazione alle Province , alle Unioni dei Comuni e ai Comuni.
Solo così si potrebbe evitare un centralismo regionale sopraffatto da una ipertrofia amministrativa e affermare un governo territoriale “dando le gambe” alle autonomie locali in una condivisione degli obiettivi di tutto il “ sistema regionale “.

Unione Province Molisane

Antonio Battista
Lorenzo Coia

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