Con la vittoria del Sì al referendum il Parlamento riduce il numero dei suoi componenti (945 più i senatori a vita) che era stato fissato nel lontano 1963. Il taglio che porta la cifra complessiva di deputati e senatori a 600 non si applicherà da subito: varrà solo per la prossima legislatura. Dunque, se non ci saranno elezioni anticipate, sarà applicato a partire dal 2023.
Alla Camera i deputati diventeranno 400 (attualmente sono 630), con gli eletti nella circoscrizione Estero che scendono da 12 a 8. I senatori, passano da 315 a 200, con una diminuzione anche nella circoscrizione Estero da 6 a 4. Inoltre la riforma prevede che nessuna Regione possa eleggere meno di 3 senatori (finora erano 7), fatta eccezione solo per il Molise (2) e la Valle d’Aosta (1).
Il successo del Sì si è riscontrato soprattutto nelle Regioni del Sud, con quasi l’80% in Molise, e il 77% di Calabria e Campania. In Puglia, Basilicata e Sicilia i Sì sono oltre il 75%. Al Nord e al Centro soltanto il Trentino Alto Adige supera il 70%.
Il voto Regione per Regione:
Val d’Aosta Sì 68,00% – No 32,00%;
Piemonte Sì 68,41% – No 31,59%;
Lombardia Sì 68,12% -No 31,88%;
Trentino Alto Adige Sì 70,84% – No 29,16%;
Friuli Venezia Giulia Sì 59,57% – No 40,43%;
Veneto Sì 62,64% – No 37,36%;
Liguria Sì 63,84% – No 36,16%;
Emilia Romagna Sì 69,54% – No 30,46%;
Toscana Sì 66,01% – No 33,99%;
Marche Sì 69,20% – No 30,80%;
Umbria Sì 68,72% – No 31,28%;
Lazio Sì 65,80% – No 34,20%;
Abruzzo Sì 73,76% – No 26,24%;
Molise Sì 79,89% – No 20,11%;
Campania Sì 77,41% – No 22,59%;
Puglia Sì 75,24% – No 24,76%;
Calabria Sì 77,58% – No 22,42%;
Basilicata Sì 75,88% – No 24,12%;
Sicilia Sì 75,88% – No 24,12%;
Sardegna Sì 66,85% – No 39,15%.