Nei prossimi mesi, attraverso il Recovery Fund, dall’Unione europea arriveranno risorse economiche di portata storica. Per rispetto dei cittadini e delle loro difficoltà, abbiamo ritenuto doveroso cominciare a ragionare insieme a tutte le forze politiche presenti in Consiglio, per capire come impiegare al meglio queste risorse e renderle strategiche per lo sviluppo della regione. Abbiamo convocato un Consiglio monotematico per farlo, per iniziare un percorso condiviso per il bene del Molise. Abbiamo illustrato le priorità, le misure da attuare in risposta alla crisi economica generata dalla pandemia e nella direzione di uno sviluppo armonico della regione, sfruttando le risorse ottenute in Europa dal premier Conte. Ma il governatore Toma, solo in dichiarazione di voto, ha letto la sua ‘lista dei sogni’ da 3 miliardi di euro, elencando i progetti che lui ha elaborato e che ha intenzione di portare a Roma. Il presidente ha preferito dunque stracciare le regole del dibattito politico, esautorando definitivamente l’Assise regionale dalle sue funzioni di programmazione, umiliando l’Aula e disattendendo lo Statuto dell’organo legislativo regionale. Toma ha in sostanza confermato la sua tendenza ad agire ‘di nascosto’, ignorando le funzioni e l’esistenza stessa del Consiglio. Un comportamento inconcepibile, che fa scempio della normale dialettica politica. Il Consiglio regionale, lo ricordiamo, ha per Statuto il dovere di indicare le linee di indirizzo, a maggior ragione sul piano di sviluppo più importante degli ultimi decenni.
Questo doveva essere il momento della collaborazione. Per questo abbiamo presentato una mozione, poi bocciata dalla maggioranza seppur con diverse assenze strategiche, per attivare un Tavolo istituzionale di ascolto e confronto con i Comuni e con tutte le parti politiche e sociali del Molise. Un luogo di intesa con imprese, associazioni, università, sindacati e ordini professionali, al fine di predisporre un Piano di Sviluppo concreto, realizzabile e con un crono programma preciso. Un Piano che dettasse le linee strategiche, basato su diversi assi portanti. A partire dalla sanità, con interventi di rafforzamento del sistema sanitario pubblico, grazie ad una migliore organizzazione della rete dell’assistenza, passando per il miglioramento delle strutture e il potenziamento del personale.
Poi le infrastrutture: abbiamo proposto il ripristino e la manutenzione di quelle esistenti, poi l’individuazione di nuove opere. Ad esempio l’immediato raddoppio delle corsie tra Venafro e Termoli, nonché quello, nei tratti dove è possibile, della Bifernina. Arterie che riteniamo strategiche per lo sviluppo del Molise.
Infrastrutture fisiche, quindi, ma anche digitali. Al Molise serve infatti un’agenda digitale che metta al centro anche l’utilizzo delle piattaforme informatiche all’interno della Pubblica amministrazione.
E poi l’ambiente, inteso come green economy, turismo ecosostenibile, lotta al consumo di suolo e all’illegalità, partendo dall’estensione del Superbonus 110% e dando attenzione ai piani regolatori comunali per evitare di trasformare aree agricole e naturali in aree edificate.
Il nostro Piano puntava anche a rendere l’acqua un asset strategico, ponendo fine alle carenze idriche, quindi con interventi sia sulle reti idriche comunali, che ogni giorno disperdono circa la metà dell’acqua immessa, sia sulla rete di approvvigionamento, pianificando una corretta gestione delle risorse idriche – irrigue e investendo sulle infrastrutture. Ma bisogna anche riqualificare gli impianti di depurazione esistenti e costruirne di nuovi. Invece nulla.
Toma ha offeso il Consiglio regionale, ancora una volta, e con esso ha offeso gli interessi del Molise. La sua è una lista vuota della spesa, che analizzeremo punto per punto per accertarne la vacuità e che non porterà da nessuna parte. Purtroppo.
Nel frattempo, al Tavolo Covid convocato ieri mattina su nostra insistenza, Toma non è riuscito a rassicurarci sulle misure predisposte per far fronte alla seconda ondata di contagi, già pericolosamente in corso. Auspicavamo, in realtà, una Commissione speciale in pianta stabile per affrontare, insieme a tutte le forze politiche, questo momento drammatico. Dopo mesi di silenzio, invece, abbiamo ricevuto quel minimo di informazioni che qualunque cittadino dovrebbe conoscere. L’unica certezza, lo ribadiamo, è il cronico e colpevole ritardo dell’Azienda sanitaria regionale, che dovrebbe rispondere con decisione alla recrudescenza del virus ma, invece, perde tempo prezioso.