Ci sono 209 miliardi per far ripartire l’Italia nel post emergenza Covid: un risultato straordinario del Governo e del Presidente Conte, un’occasione unica anche per il nostro Molise. L’obiettivo è quello di superare la cosiddetta ‘quota 34’ ed arrivare ad investire fino al 40 per cento di quei 209 miliardi per il Sud e le sue infrastrutture. È questa la partita vera che la nostra Regione deve giocare al meglio per collegare il nostro territorio al resto del Paese.
Penso di poter dire che mai come questa volta tutti gli attori istituzionali coinvolti debbano lavorare insieme e nella stessa direzione, senza strappi o fughe in avanti che possono essere utili ad avere qualche titolo di giornale, ma sicuramente non aiutano la nostra regione.
Qualche settimana fa ho parlato del cosiddetto ‘Sblocca opere’ inserito all’interno del decreto Semplificazioni: un provvedimento utile a sbloccare, appunto, opere bloccate. E in Molise quali sono le opere ‘avviate’ e poi per qualche motivo ‘bloccate’?
Di fatto il solo raddoppio ferroviario Termoli-Lesina. Un’opera strategica fondamentale senza la quale episodi come quelli di qualche giorno fa, mi riferisco alla frana che ha interessato un’area tra Lesina e Chieuti, rischieranno ancora di spezzare a metà il Paese.
E allora bene l’istanza di riesame presentata da RFI alla Commissione VIA/VAS e l’impegno da parte dei Ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture a dar corso alle integrazioni proposte per sbloccare l’opera quanto primaCon il Recovery Fund, invece, si apre una partita che si gioca sulla programmazione del territorio e sull’individuazione di nuove opere da realizzare, completare o ‘allargare’.
Raccolgo con favore gli stimoli che vengono da più parti per realizzare una strada a quattro corsie che unisca Venafro con Termoli: strategico resta in questo senso l’impegno, già assunto in termini progettuali da ANAS, per la realizzazione della variante di Venafro con il collegamento della SS 685 all’autostrada A1 all’altezza di Mignano Montelungo. Dieci km di strada, di cui otto in galleria, dal costo stimato di 250 milioni di euro.
Lungo l’asse della Bifernina è invece necessario studiare e proporre un’alternativa al viadotto di Ponte Liscione, con costi non ancora preventivabili. Sciogliere questi due nodi significa facilitare qualsiasi tipo di idea o investimento che possa finalmente portare una quattro corsie in Molise.
Per quanto riguarda le ferrovie, guardando con ottimismo ai lavori in corso per la elettrificazione della tratta Campobasso-Roccaravindola, ho già avuto modo di ragionare sulle altre piste ferrate della nostra regione, insieme alla Commissione parlamentare competente.
La Campobasso-Termoli, da poco riaperta al traffico dopo quattro anni di stop, necessita di investimenti abbastanza importanti, 510 milioni di euro per elettrificazione e velocizzazione. Più interessante potrebbe essere provare a recuperare, di concerto con la Regione Campania, la tratta ferroviaria Campobasso-Benevento (Bosco Redole-Pietrelcina) al fine di intercettare proprio a Benevento l’alta velocità Napoli-Bari.
Su queste idee di riconnessione del nostro territorio al resto d’Italia, torno a ripetere, bisogna spingere per poter aumentare le possibilità di ottenere le importanti risorse necessarie. Intelligenza, sostenibilità, realizzabilità, coerenza ed unità dovranno essere le parole chiave.