Lo scorso 3 febbraio la Commissione Europea ha pubblicato il primo rapporto sulla diffusione del fenomeno della corruzione negli Stati membri. L’indagine, realizzata da Price&Waterhouse per l’Olaf (l’Agenzia Antifrode europea), è stata presentata a Bruxelles dal Commissario agli affari interni Cecilia Malmström. Un rapporto che evidenzia anche i deficit delle legislazioni dei Paesi membri ed anche dell’Italia che a detta del documento presenta una normativa insufficiente nel settore privato e pubblico con un conseguente costo che danneggia l’economia.
A fronte del rapporto l’On. Aldo Patriciello ha presentato, nel corso dell’ultima Plenaria di Strasburgo – una interrogazione alla Commissione con la quale richiede di “di lavorare ad una nuova iniziativa che sproni gli Stati membri ad uniformare le normative anti-corruzione, garantendo quindi pari opportunità in tutti i Paesi membri. La corruzione mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche e nello Stato di diritto, – afferma Patriciello nell’interrogazione – danneggia l’economia europea e priva gli Stati di un gettito fiscale particolarmente necessario. Come riportato nel rapporto della Commissione, essa costa all’economia europea 120 miliardi di euro l’anno e soprattutto in Italia, nonostante la ‘legge anticorruzione’ adottata nel novembre del 2012 e gli sforzi profusi, il fenomeno rimane preoccupante; inoltre la metà dei 120 miliardi che ogni anno la corruzione sottrae all’economia dell’Unione europea riguarda l’Italia e nel sondaggio Eurobarometro allegato alla relazione risulta che per più dei tre quarti dei cittadini europei (76%) e ben il 97% degli italiani, la corruzione è un fenomeno nazionale dilagante. Credo che a fronte di tali dati sia necessario incrementare tutte quelle iniziative utili a fronteggiare tale problema nonché garantire una coerenza tra stati da un punto di vista legislativo”.