La Giunta Frattura continua a ‘fare spallucce’: e cioè mostrando indifferenza per i molisani. Il nuovo esecutivo tarda ad arrivare e le attività sono paralizzate. Tutto a discapito di una regione che sta andando a rotoli. “Ormai è tutto fermo, non si muove foglia. Ieri per un motivo, oggi per un altro, domani per un altro ancora…la Giunta del Governatore Frattura continua a disinteressarsi del compito principale per il quale è stata eletta – affermano i consiglieri di minoranza in Regione – e all’orizzonte non c’è nulla di buono che ci faccia sperare per un futuro migliore.
Ci sono tantissime opportunità che non vengono sfruttate o non possono essere applicate a causa dell’immobilismo della maggioranza che continua a vivacchiare su idee e progetti della vecchia legislatura.
E poi ci sono tante proposte, ferme da tempo. Come – aggiungono i consiglieri – quella parcheggiata ormai da mesi in quarta commissione (prima firmataria Angela Fusco Perrella) e che riguarda l’immigrazione. Avremmo già potuto da tempo colmare il vuoto normativo ma, evidentemente, non c’è la volontà di farlo. Il bilancio demografico indica la presenza di ormai quasi 10mila immigrati in regione. L’obiettivo fondamentale della nostra proposta di legge – aggiungono ancora i consiglieri – è riempire il vuoto normativo regionale per garantire sia pari opportunità nelle modalità di accesso ai servizi sia valorizzazione della consapevolezza dei diritti e dei doveri connessi alla condizione di cittadino straniero immigrato.
Le finalità da perseguire e realizzare sono molteplici: garantire condizioni di uguaglianza nel godimento dei diritti civili e sociali con i cittadini italiani; contrastare ogni forma di discriminazione, razzismo e xenofobia; promuovere l’accoglienza e l’effettiva integrazione sociale, nonché la partecipazione alla vita pubblica; favorire la conoscenza della cultura italiana e delle culture di provenienza delle cittadine e dei cittadini stranieri; valorizzare le identità culturali, religiose e linguistiche; promuovono iniziative volte a sostenere l’accesso all’abitazione, al lavoro, all’istruzione, alla formazione professionale; sostenere percorsi di assistenza e di tutela nei confronti dei minori stranieri accompagnati; promuovere interventi di cooperazione internazionale nei paesi di origine. Nell’esercizio di questi compiti gli organi istituzionali potranno avvalersi di due strutture ad hoc fondamentali: la Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati e l’Osservatorio Regionale per le Politiche Sociali.
Per questo da tempo abbiamo presentato una proposta di legge: dieci i principi comuni a fondamento della politica d’immigrazione comune, raggruppati intorno ai tre assi della prosperità, sicurezza e solidarietà: prosperità e immigrazione: regole chiare e condizioni di parità; prosperità e immigrazione; prosperità e immigrazione: l’integrazione è la chiave per il successo dell’immigrazione; solidarietà e immigrazione; uso efficace e coerente dei mezzi disponibili; partenariati con i paesi terzi; politica dei visti al servizio degli interessi dell’Europa e dei suoi partner; gestione integrata delle frontiere; intensificare la lotta contro l’immigrazione illegale e tolleranza zero per la tratta di persone; politiche di rimpatrio sostenibili ed efficaci.
Cinque gli impegni fondamentali da perseguire nell’ambito dei programmi europei: organizzare l’immigrazione legale tenendo conto delle priorità, delle esigenze e delle capacità d’accoglienza stabilite da ciascuno Stato membro e favorire l’integrazione; combattere l’immigrazione clandestina, in particolare assicurando il ritorno nel loro paese di origine o in un paese di transito, degli stranieri in posizione irregolare; rafforzare l’efficacia dei controlli alle frontiere; costruire un’Europa dell’asilo; creare un partenariato globale con i paesi d’origine e di transito che favorisca le sinergie tra le migrazioni e lo sviluppo.
L’indirizzo europeo – continua la nota – è stato poi recepito anche dal sistema legislativo nazionale, che in attuazione dell’articolo 10 comma 2 della Costituzione (La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali) ha emanato la Legge n. 40 del 6 marzo 1998 “Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero” che fissa indirizzi, obiettivi e regole, mentre ne affida al Governo e alle amministrazioni, tramite delegificazione, l’attuazione. Successivamente il Decreto Legislativo n. 286 del 25 luglio 1998 “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”, strumento normativo articolato e completo fondamento delle leggi regionali in materia di immigrazione. Per quanto concerne il tema delle regolarizzazioni, il Decreto Legislativo n. 113 del 13 aprile 1999 “Disposizioni correttive alla legge sull’immigrazione” introduce disposizioni transitorie alla legge sull’immigrazione, prevedendo così la possibilità di regolarizzare la propria presenza in Italia per gli stranieri già presenti in Italia alla data del 27 marzo 1998.
A livello locale – concludono i consiglieri – molte sono le Regioni che si sono dotate di un adeguato strumento normativo per intervenire adeguatamente nel settore dell’immigrazione (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Marche e Campania).
Il Molise potrebbe essere tra queste. Ma, al momento, la ‘verifica politica’ in atto e l’inerzia degli ultimi 13 mesi hanno la priorità sul Molise e i molisani”.