Proposta di legge dei bio-distretti, iniziativa del Consigliere Nicola Romagnuolo

Il Consigliere regionale Nicola Eugenio Romagnuolo presentato, nei giorni scorsi quale primo firmatario, la proposta di legge “Istituzione, individuazione e disciplina dei distretti rurali, dei distretti agro-alimentari di qualità, dei bio distretti e dei distretti della pesca e dell’acquacoltura di qualità”.

L’iniziativa, sottoscritta anche da altri capigruppo in Consiglio regionale, vuole esplicitare la volontà di approntare una tutela della specificità territoriale del Molise, caratterizzato da una notevole biodiversità. Per questo motivo le legge si propone di disciplinare il funzionamento e tutelare, nell’ordine: distretti rurali e agroalimentari di qualità (come previsti dal D.lgs. n. 228/01), bio-distretti distretti della pesca e dell’acquacoltura di qualità.


I distretti rurali sono sistemi economici territoriali caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea, derivante dall’integrazione tra attività agricole ed altre attività locali nonché dalla produzione di beni e di servizi, caratterizzati da una alta specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali.


Il bio-distretto è un’area geografica funzionale, nella quale si stabilisce un’alleanza tra agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni, per la gestione sostenibile delle risorse.
Il distretto della pesca e dell’acquacoltura di qualità, così come il distretto agro-alimentare, ha come obiettivo di aumentare la competitività del sistema pesca, attraverso azioni che favoriscano la qualità del prodotto e dei servizi delle P.M.I., sfruttando in maniera sistemica e pianificata la tecnologia a disposizione e implementando il territorio con le necessarie infrastrutture strumentali allo svolgimento dell’attività.

Il Consigliere Romagnuolo dichiara: “Valutate con attenzione le peculiarità del territorio della Regione Molise, nonché la varietà di specie meritevoli di tutela in nome della biodiversità, la proposta impone un cambio di visione adeguandosi al modello europeo dei bio-distretti (di vario tipo), che hanno già dimostrato di poter funzionare in modo efficiente ed efficace. Lo stesso Molise, infatti, rappresenta un modello da questo punto di vista.

Anticipando le istituzioni regionali, infatti, il 28 febbraio 2014 è stato istituito il “bio-distretto Molise”, il quale comprende 22 comuni molisani e ben 48 aziende biologiche, estendendosi su una superficie di oltre 700 ettari. L’obiettivo quindi è quello di valorizzare questo modello di interazione tra pubblico e privato, che produce un doppio effetto: oltre alla protezione della filiera biologica e della biodiversità, si auspica anche una ricaduta di tipo economico ed occupazionale”.

Commenti Facebook