L’accelerazione impressa dalla ministra Bellanova affinché nelle “prossime ore” si attui un provvedimento di regolarizzazione di 600 mila uomini e donne migranti è un atto positivo e necessario ma non sufficiente. Non è ancora chiaro su quali basi si deciderà a chi fornire i documenti per poter uscire da invisibilità e sfruttamento, solo colf e lavoratori nell’agricoltura?
Per Rifondazione Comunista la regolarizzazione non può essere una misura temporanea, utile solo ad affrontare i settori occupazionali in emergenza ma deve permettere un periodo di attesa occupazione per poter veder garantite la libertà di scegliere le offerte di lavoro migliori.
La regolarizzazione non deve dipendere da un datore di lavoro che in questa maniera avrebbe nelle proprie mani il destino di chi offre manodopera. Devono essere le lavoratrici e i lavoratori a poter emergere autonomamente imponendo il rispetto dei contratti di categoria.
Questo deve essere il primo passo per l’abrogazione di una legge fallimentare come la Bossi Fini, chi vive in Italia deve avere il diritto di scegliersi un lavoro senza il capestro del legame col permesso di soggiorno, non deve essere considerato manodopera da spremere e poi espellere ma poter lottare, insieme ad ogni lavoratrice e lavoratore, per l’abolizione di ogni forma di sfruttamento.
PRC – MOLISE Il Segretario Regionale Pasquale Sisto