di Stefano Manocchio
Abbiamo visto i progressi, ma anche i problemi, nel dialogo interno al centro sinistra in vista delle regionali del 2023; dialogo soprattutto del PD con il Movimento Cinque Stelle che prosegue forse anche meglio del previsto, ma solo perché ancora non si arriva ai distinguo che, ragionando a lume di naso, pure ci saranno e non saranno solo formali. Partiamo dall’inizio. La direzione regionale del PD ha sancito l’importanza “di continuare a seguire la strada dell’apertura e del dialogo con i partiti del centrosinistra, il Movimento Cinque Stelle, i movimenti civici, le forze cattoliche e quelle moderate per convergere, pur mantenendo ognuno la propria autonomia, su una base programmatica solida fondata sul rispetto dei diritti dei cittadini quali il diritto alla Salute, i diritti civili e sociali”. Il passaggio formale poi è stato di dare mandato al Segretario regionale Vittorino Facciolla di proseguire “nella costruzione di un programma di governo per le prossime elezioni regionali insieme a tutte le parti civiche e politiche suddette e a quante saranno interessate”. Sembrerebbe la premessa del campo largo che, al contrario è tutt’altro che essere prossimo all’approdo da quelle parti. Ed abbiamo già spiegato perché.
Il sistema bipolare ha depotenziato un po’ tutti tra i ‘piccoli’ in Molise: sigle in libera uscita e lungi dall’aggregarsi nonostante sia oramai quasi ‘obbligatorio’ per la sopravvivenza politica. Ciò mentre gli ex-Dem scalpitano per recuperare un ruolo che con l’alleanza giallo-rossa sarebbe compromesso, attese le manovre ‘rutiane’ per il rientro in campo dell’ex-senatore. I movimenti civici di area, l’associazionismo militante e un crogiolo di sigle, ognuna con identità ben definita e diversa da quella della porta accanto, portano altre difficoltà. Aggiungiamo che alcuni ‘ex’ della politica soprattutto piddina stanno aggregando nomi per candidature, casomai non in loro favore ma di loro adepti. “Last but not least” la volontà, sia da parte del segretario regionale PD, Vittorino Facciolla, che del suo capogruppo alla Regione Molise (e contraltare interno nella corsa alla presidenza) Micaela Fanelli di ‘preferire’ come candidato presidente del centro sinistra un politico di professione e, lo sostiene la Fanelli, di comprovata esperienza amministrativa.
Allora, come si dice dalle nostre parti: “facciamo a capirci”. Sembra l’identikit di Facciolla e Fanelli a cui l’ex-sindaca di Riccia ha aggiunto una sponda in suo favore. Una poltrona per due, quindi? Niente affatto! Sono tornate le voci di una ipotetica candidatura in favore di Domenico Iannacone, bravissimo e pluripremiato giornalista di origini molisane, ma da tempo assurto alle cronache nazionali, grazie al lavoro di giornalista d’inchiesta in cui ha pochi rivali e anche autore di trasmissioni televisive piene di contenuti. A proporlo, come ribadito da un giornale locale, sarebbe un volto nuovo ma già affermato nella politica molisana, in particolare in quella pentra: Federica Vinci, vicesindaco isernino ma anche esponente importante del movimento paneuropeo Volt. Il bravo collega ufficialmente non si esprime ( e fa bene perché questi in Molise per un nulla ci ripensano!), ma di certo sarebbe elemento di aggregazione proprio dell’arcipelago di partitini e liste civiche altrimenti non governabile.
Sull’argomento è intervenuto con un post sui social anche il sindaco di Vinchiaturo, segretario regionale di Azione, Luigi Valente, il quale, dopo una introduzione in cui tesse le lodi di Iannacone come giornalista, la pensa diversamente (o, meglio, come Facciolla e Fanelli) sull’ipotesi politica.
“Secondo alcuni il noto giornalista potrebbe assumere la Presidenza della Giunta regionale del Molise in un periodo storico e socioeconomico difficile, se non drammatico, per la nostra regione-dice Valente. Chiunque può fare politica, ma non tutti possono assumere determinati ruoli in politica se non dopo aver sostenuto un percorso fatto di studio, di esperienze, di lavoro e preparazione….chiediamoci perché non dovremmo affidare le sorti amministrative e politiche di una intera regione a chi ha dimostrato di essere un valido amministratore pubblico ed un serio e capace politico, eppure in Molise abbiamo tante figure che potrebbero validamente assumere il ruolo di candidato o candidata alla carica di Presidente della Giunta Regionale, senza scomodare personalità che, proprio perché dotate di intelligenza e grande sensibilità, difficilmente accetterebbero di essere strumentalizzati”.
Manca ancora all’appello l’oste, che i conti li sa fare bene: il Movimento Cinque Stelle ha da un lato dato assenso per le trattative, dall’altro detto che il candidato leader dovrà uscire dal tavolo di confronto tra i partiti, cioè esattamente quello che Facciolla non vuole, perché preferirebbe le primarie di coalizione. Quindi, che sia Vittorino, Micaela, Domenico o un penta stellato (loro hanno un sistema interno di votazione e nomi in anticipo non ne fanno) il percorso è lungo e la salita non inferiore a quella del Macerone.
E con questa è tutto, per il momento.