di Stefano Manocchio
Le elezioni politiche sono alle porte e si sono già placate le polemiche che in Molise le hanno precedute e che probabilmente si ritroveranno nei dibattiti e nei contraddittori pubblici tra i vari candidati.
Quello che resta ed è evidente lo spiegheremo di seguito. Come detto in precedenti articoli, le contestazioni hanno riguardato soprattutto il centro destra sull’uninominale, perché, con la decisione di favorire i due candidati ‘non molisani’, nell’ipotesi di vittoria per questi ultimi di fatto il Molise sarà privato della possibilità di avere due parlamentari in più come espressione del territorio regionale: ma tant’è, la base di partenza è una previsione di netta prevalenza proprio del centro destra sul territorio regionale e questa deve aver influito fortemente sulla scelta finale da parte dei vertici politici a Roma, indifferenti alle istanze contrarie che venivano dal territorio. Istanze, in verità, che probabilmente saranno state rese al chiuso delle mura dei partiti, perché questi comunicati stampa ‘eclatanti’ non si sono visti, come non sono apparse notizie di rotture ufficiali all’interno della coalizione. Invece è apparso repentino, nel caso, il dietro front, visto che tutti i leader locali si sono adesso affrettati a invocare l’unità ed anche la ‘necessità’ di votare per i due ‘forestieri’. Ma tant’è i candidati sono quelli e certo il centro destra non vuole perdere le elezioni, quindi deve ostentare unità a tutti i costi.
Il più ‘energico’ in questo caso è stato il presidente della Giunta regionale, Donato Toma, che ha immediatamente diramato dichiarazioni chiare tese a far capire che la linea del dissenso non passerà inosservata; lo stesso in questo modo ha rivendicato un ruolo e una leadership che gli serviranno per difendere lo scranno più importante di Palazzo D’Aimmo e ed eventualmente per confermarlo. Di pari passo non ha esitato nella dichiarazione di voto secondo gli indirizzi nazionali anche Annaelsa Tartaglione; e non sarebbe potuto essere diversamente, sia perché è la coordinatrice regionale di Forza Italia, sia perché lei stessa è stata eletta in un collegio fuori dal Molise, quindi nella stessa posizione che potrebbero avere Cesa e Lotito. Comunque a parole ora sono tutti compatti e c’è motivo per credere che faranno unica voce anche in campagna elettorale, visto che sono anche i favoriti nei sondaggi.
E il centro sinistra? Seppur dato come decisamente più debole elettoralmente, ha ragionato meglio sulla distribuzione territoriale dei candidati e, di conseguenza, dei voti. Anche in questo caso ci sono due tesi: o hanno voluto lanciare un messaggio chiaro per evidenziare gli iniziali contrasti tra gli avversari, oppure (la tesi ‘maliziosa’) sapendo di essere sfavoriti hanno lasciato tutto come voleva la rappresentanza molisana, soprattutto del PD.
Tra i due litiganti s’insinuerà qualcuno? I Cinque Stelle ci sperano, ma sanno di essere lontani dall’exploit delle ultime politiche, sia perché tutto fa pensare ad un drastico ridimensionamento elettorale negli ultimi anni anche in Molise, che per l’assenza totale di personaggi noti alle cronache politiche (fatto, questo, voluto visto che sono stati esclusi sia gli uscenti, che i consiglieri regionali e gli amministratori in possesso di pulrimandato elettorale). Alla fine sperano che qualcuno abbia fatto i conti senza l’oste, che in questo caso è la base elettorale, francamente poco interessata all’argomento.
Ma tra il dire e il fare…. vedremo in seguito