Il ‘caso’ del Pos, con la valanga di ricorsi al Tar Molise e un senso di ipotetica sollevazione dei moti popolari, per fortuna solo in forma verbale e pacifica, porta ad una breve riflessione sulla politica molisana. Sulla sanità la maggioranza alla Regione Molise di recente è risultata battuta e sconta la protesta a vari livelli, da quelli istituzionali ai popolari, ‘sommersa’ sotto una lunga lista di problemi, che vanno dalle dimissioni di medici e anestesisti, alla gestione dell’Emodinamica, alla situazione non felice dei maggiori ospedali locali. Sono scontenti i sindaci che si sentono poco o per nulla interpellati su questioni che riguardano comunque la comunità amministrata e sono sul piede di guerra i comitati a difesa della salute collettiva; ma, evidentemente, sono scontenti gli stessi consiglieri regionali, se è vero che una mozione delle opposizioni è passata con l’astensione della maggioranza.
Quello che non è chiaro è perché, di fronte ad una voce quasi unanime di contrarietà al Pos, il presidente Toma, che pure ha detto anche lui di non condividerne una parte, insista per presentarlo ‘sic et sempliciter’. Non è sfuggito il fatto all’avvocato Enzo Iacovino che, essendo legale di alcuni dei ricorrenti, ha chiesto pubblicamente come mai il presidente della Giunta regionale non abbia agito in autotutela, facendo così risparmiare la fatica (e i costi) di una causa giudiziaria amministrativa.
I due protagonisti principali della sanità regionale, di fronte a tanto clamore minimizzano: Toma dice che il Pos l’ha ‘ereditato’ da Giustini e secondo molti aspetta che venga bocciato per presentare il suo e Florenzano, sul caso specifico delle dimissioni di tanti medici ed anestesisti e le ricadute negative sul comparto ospedaliero, risponde che è nella loro facoltà e che si stratta tuttavia una opzione nel mercato del lavoro i cui riscontri negativi sono superabili.
Insomma è come quando si preannuncia la bufera, ma per tenere tranquilla la gente viene detto che sarà un temporale.
L’impressione è che la sanità, il principale argomento ‘politico’ regionale, sia in termini di impatto sull’opinione pubblica che di costi a carico della collettività, sia lo specchio di uno scollamento tra politica e popolazione, a cui si sta aggiungendo una spaccatura tra maggioranza e governo regionale. In assenza di scadenze elettorali difficilmente si arriverà alla crisi istituzionale; ma la politica, anche quella ‘moderna’, è a tal punto imprevedibile da non permettere a nessuno di crogiolarsi all’ombra di certezze, perché queste possono cadere da un momento all’altro.
Stefano Manocchio