La maggioranza di centro- destra è divisa su vari argomenti importanti, quelli fondanti per la programmazione politica, sanità in primis; ora anche sulla decisione di prolungare fino al possibile o ‘accorciare’ la legislatura ci sono voci discordanti. Il mandato nelle vie normali terminerà a breve, prima della fine di aprile e la legge consente di indire elezioni ‘leggermente’ anticipate, cioè un mese prima di detta scadenza oppure ‘posticipate’ entro i due mesi successivi.
Orbene, nei giorni scorsi il presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone ha sposato la tesi dell’anticipo elettorale presumibilmente per non bloccare la macchina della programmazione regionale mentre è già nel pieno delle funzioni per il 2023; anticipando le consultazioni entro marzo si utilizzerebbero i ‘tempi morti’ di inizio anno per poi riprendere vigore nell’azione politica.
E’ un’idea non poco diffusa tra politici e amministratori alla quale pare si sia opposto proprio il presidente della Giunta regionale, Donato Toma che, al contrario, riterrebbe che per completare l’azione amministrativa intrapresa durante la legislatura serva tutto il tempo possibile, mentre un anticipo al mese di marzo o aprile vedrebbe l’azione dell’esecutivo regionale messa in difficoltà e rallentata proprio dai giorni di inattività tra campagna elettorale e ‘vacatio’ tra il fine legislatura e inizio di quella nuova.
Quindi la tendenza del capo dell’esecutivo regionale sarebbe di votare dopo la metà di giugno; così almeno si dice nei corridoi della politica locale.
Micone e Toma sono entrambi nella maggioranza di centro- destra ma su questo ed altri temi non di poco conto la pensano diversamente. In questo caso, però, si tratta di semplici divergenze di vedute e ambo le ipotesi hanno all’interno del Consiglio regionale favorevoli e contrari; non è questo il tema che potrebbe provocare polemiche e ancor meno scissioni politiche. Ora, è vero che la decisione tocca istituzionalmente a Toma, ma è anche vero che poi alla fine ha valore di proposta visto che il Governo nazionale può comunque decidere diversamente ed accorpare la tornata elettorale di Molise e Friuli Venezia Giulia agli inizi di aprile, nell’ipotesi tutta da verificare di election day.
Vedremo quale sarà la quadra alla fine.
(ste.man)