Non è stato il “la quiete dopo la tempesta” e, anzi, dopo le prime dichiarazioni di facciata, sulle risultanze di queste elezioni politiche anche in Molise è scesa una cappa di silenzio. Quindi è stato: “la quiete dopo la quiete”; non c’è stata neanche la corsa ad accaparrarsi scampoli di vittoria, perché questa volta chi sia il vincitore e quali gli sconfitti lo riesce a capire a anche la persona più lontana possibile dalle logiche di partito.
Volendo fare un discorso comparativo con le politiche del 2018 si può dire subito che ruolo fondamentale l’abbia giocato l’astensionismo anche nella nostra regione e anche la riduzione del numero dei parlamentari, con conseguente revisione dei collegi elettorali.
Prendiamo ad esempio i dati della Camera. Alla netta e chiara affermazione di Fratelli d’Italia ha fatto seguito un calo di Forza Italia, che però in percentuale è di gran lunga minore rispetto quello che uscirebbe fuori dalla comparazione nel numero dei voti, mentre la Lega, pur perdendo voti è stabile nella percentuale elettorale.
E’ crollato di netto il dato dei Cinque Stelle che hanno quasi dimezzato la percentuale, ma nella comparazione sulla somma dei voti certificano un vero e proprio tracollo, anche se il 24,32% attuale è comunque un dato migliore rispetto a quello nazionale.
Il PD prende meno voti rispetto a quattro anni fa, ma nella logica di quanto detto in premessa, aumenta la percentuale: magra consolazione vista la sconfitta.
Stessa musica al Senato: Fratelli d’Italia per poco non decuplica la percentuale, anche se naturalmente nella somma dei voti l’enorme successo ha dimensioni leggermente meno eclatanti Fozra Italia prende molti voti in meno , ma ha un calo percentuale ridotto e in questo caso cala anche la Lega, in percentuale e molto di più nella somma dei voti ottenuti. I Cinque Stelle fanno registrare più o meno la stessa situazione della Camera, con il crollo numerico enorme e il PD cresce in percentuale ma è stabile nei numeri.
Alla fine il centro destra prende pochi più volti rispetto al 2018, ma una percentuale molto più alta, il centro sinistra più o meno gli stessi voti ma una percentuale più alta di qualche punto e dei Cinque Stelle abbiamo già detto. Quindi proprio i pentastellati hanno alimentato le altre due coalizioni con la loro emorragia elettorale; però resta il fatto che le previsioni iniziali per loro erano ben peggiori e tutto sommato ancora hanno numeri più alti rispetto a quelli ottenuti in buona parte d’Italia.
E’ tutto!
Stefano Manocchio