di Stefano Manocchio
L’imminenza delle elezioni politiche ha spostato l’asse dalle regionali, che pure non sono lontanissime nel tempo; il tentativo, forse anche maldestro, di politici e partiti è di tenere le due tornate completamente separate, evitando di fare collegamenti e per tenere trattative più semplici. E’ una strada ‘comoda’ che evita quanto più possibile i litigi o li rimanda ad altra data, dettata dalla necessità di chiudere il quadro per le ‘parlamentari’, visto che manca il tempo per trattative a largo campo. La mossa non è comunque completamente condivisibile, perché poi si riproporranno tutti i problemi non affrontati ( e in una logica di coalizione sono tanti) con la possibilità di creare divisioni a tutto campo, cioè esattamente l’opposto di quello a cui si mirava prima.
Questo lungo preambolo per dare un quadro della situazione più ampio rispetto alla fredda lista di nomi dei candidati papabili. La legge elettorale permette questa volta una divisione dei seggi in chiave più o meno bipolare, con qualche ingresso dei Cinque Stelle, che sono in caduta libera nei sondaggi e presumibilmente anche in Molise raggiungeranno percentuali ben differenti da quelle che permisero il ‘cappotto’ elettorale nella scorsa legislatura. Va anche detto che la squadra molisana è più o meno coesa e fatta eccezione per il senatore Fabrizio Ortis, che già era confluito altrove in corso di mandato e che ha deciso di ritirarsi dalla politica, è più o meno orientata tutta verso la permanenza nel partito o, come Rosa Alba Testamento, motivata a rientrarvi. Dovranno però fare i conti con il vincolo sul numero dei mandati elettorali, sia per le politiche che per le amministrative .Quindi tra le bandierine blu e quelle rosse se ne potrebbe insinuare qualcuna (diciamo una) gialla. Casomai con il recupero proporzionale.
Per il resto sappiamo appunto che il PD non si coalizzerà con i Cinque Stelle e che farà liste in cui compariranno anche gli esponenti di Articolo 1 Mdp e Socialisti, mentre a destra tutto si deciderà dopo la riunione congiunta di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. E gli altri? Ecco il punto!
A sinistra notoriamente si discute di più e ci si aggrega di meno e non c’è da aspettarsi una repentina decisione da parte della galassia ex-ulivista e Dem, che pure deciderà il da farsi casomai a ridosso della presentazione delle liste. Matteo Renzi in televisione ha detto di auspicare un’alleanza con Azione di Carlo Calenda e, se farà una squadra elettorale, con gli amici di Mario Draghi; in Molise c’è l’on.Giuseppina Occhionero in attesa di sapere le prossime mosse. Dalle nostre parti la soluzione è più complessa perché il centro è più forte che altrove: i Popolari per l’Italia, ad esempio, alle ultime regionali hanno ottenuto il 7%, classificandosi quarto partito del centro destra a ridosso degli altri e sopra l’UDC e Fratelli d’Italia; per questo motivo, anche alla luce della buona performance alle provinciali di Isernia, Vincenzo Niro si è affrettato a lanciare un messaggio di disponibilità ad una candidatura parlamentare. L’UDC a livello nazionale ha confermato l’appartenenza al centro destra, me è risaputo che, tra politiche e regionali, sta ragionando su un’aggregazione centrista, casomai con lo stesso Niro. C’è da capire cosa farà la lista di Noi di Centro di Mastella, che ha acquisito adepti soprattutto tra gli amministratori e appunto Azione, rappresentata in Molise dal Luigi Valente.
Un’aggregazione ampia, più o meno con tutte queste liste, se coesa su un’unica posizione (non facile perché ideologicamente non sono tutti allineati) potrebbe veramente rivendicare un seggio, o per Niro o per Micone o per altri senza problemi. Fantapolitica? Il presidente del Consiglio regionale si smarca sempre più dalla politica della Giunta Toma; potrebbe essere un segnale…e poi c’è un discorso su Michele Iorio, che faremo in seguito.
In politica a volte l’impossibile è la solzuione.