di Stefano Manocchio
La storia è sempre la stessa e si ripete come un disco rotto: ogni volta che si tratta di fare una scelta importante, il Molise si chiude a riccio e non decide, rimandando la palla a Roma. Sta succedendo regolarmente, a destra come a sinistra, anche in vista delle prossime elezioni regionali del 25 e 26 giugno.
Due o tre riunioni per ogni coalizione hanno determinato una sola decisione da ambo le parti: il candidato deve essere un politico esperto e del territorio. Per dire questo ore di riunioni e nel centro destra addirittura un trasferimento in massa a Roma da Lotito; sarebbe bastato un giro di telefonate o una mail, visto che peraltro, almeno nel centro sinistra, il tavolo nazionale sembrerebbe ignorare la proposta. L’unica differenza tra le due aggregazioni è che da una parte circola al momento un nome, quello del giornalista Domenico Iannacone, mentre dall’altra parte la rosa dei candidati è ampia, anzi eccessivamente ampia. Veniamo al dunque, per ora limitatamente al centro destra.
La politica dei veti incrociati e del campanilismo ‘circolare’ (Campobasso contro Termoli, che è contro Isernia, che è contro Campobasso) ha prodotto una lista quasi infinita, da cui sono state estrapolate una decina di segnalazioni per la nomination: Donato Toma, Nicola Cavaliere e Francesco Roberti per Forza Italia, Quintino Pallante, Michele Iorio e Filoteo Di Sandro per Fratelli d’Italia, Salvatore Micone per l’UDC e Vincenzo Niro per i Popolari, Poi ci sarebbero Simona Contucci e Alfredo Ricci, che pare siano stati proposti dalla deputazione parlamentare molisana del partito di Giorgia Meloni, (anche se sembra che la sindaca di Montenero di Bisaccia abbia rinunciato all’ipotesi), mentre il rettore Luca Brunese, avendo alcuni incarichi di altissimo rilievo istituzionale, avrebbe declinato l’invito.
Il parlamentare Giovanni Donzelli, incaricato di gestire il tavolo nazionale che porterà alla decisione definitiva, avrà il suo da fare anche solo per redigere il verbale con i nomi, gli ‘sponsor’ e le motivazioni a favore della candidatura; ma non tutti sarebbero in pole-position.
Nei corridoi della politica locale è voce comune pensare che Cavaliere e Roberti, a causa dei veti reciproci, sarebbero in questo momento in seconda fila nella corsa a palazzo Vitale, mentre Micone e Niro sono ritenuti rappresentanti di partiti troppo piccoli a livello nazionale per aggregare tutta la coalizione. Si tratta adesso di capire se Forza Italia vorrà a tutti i costi rivendicare la casella, che spetterebbe a quel partito per una equa distribuzione tra le varie regioni dove si è votato di recente (Lombardia, Lazio, Friuli Venezia Giulia) e la prossima tornata elettorale per il Molise; in caso contrario la palla passerà nelle mani di Fratelli d’Italia e forse la scelta di Donzelli serve anche perché si è deciso ciò.
Domani, giovedì 27, la riunione romana, che dovrebbe essere quella più o meno decisiva. Vedremo cosa accadrà.