Da MCL Molise riceviamo e pubblichiamo
Il presidente nazionale del Mcl, Carlo Costalli, interviene su Europa e le legge di bilancio.
Dall’appello del cardinale Bassetti per un’assunzione di responsabilità dei cattolici al Congresso del Ppe, come vi state avvicinando alle elezioni europee?
L’ideale europeo come cattolici ci appartiene e non vogliamo rinunciarci. Per le elezioni europee di maggio, decisive per il futuro dell’Ue ma anche per il nostro Paese, abbiamo redatto con Giancarlo Cesana un manifesto dal titolo ‘Sì all’Europa per farla’, per ribadire il nostro sì all’Ue nella consapevolezza che si deve continuare a farla e farla meglio. Il manifesto ha ottenuto il via libera il 17 novembre nel corso di un incontro a Firenze cui hanno partecipato molti altri amici del mondo cattolico. Un momento importante che suggellato una sintonia che affonda le radici nella cultura cattolica della partecipazione civile. Così, abbiamo voluto dare la nostra risposta all’appello del cardinale Bassetti. Le criticità dell’Europa di oggi sono tante, ma la soluzione non è uscirne o inseguire velleità nazionalistiche: dobbiamo rimanere dentro per migliorarla. Vogliamo un’Europa in grado di affrontare con equilibrio e capacità di visione la questione dell’immigrazione, un Parlamento europeo con maggiori poteri legislativi, una politica estera e di difesa finalmente unitaria. Un’Europa che rimetta al centro la persona; che torni a declinare parole come libertà, sussidiarietà, solidarietà, responsabilità, uguaglianza, giustizia, verità. Il mondo cambia a gran velocità, ma i valori e il cammino tracciati dai padri fondatori – Schuman, Adenauer, De Gasperi – devono essere ancora punto di riferimento dell’azione politica della famiglia popolare europea. La loro visione, che molti politicanti ritengono superata da logiche speculative e regole dei mercati, è invece nel Dna stesso del Ppe e ho potuto verificarlo al Congresso di Helsinki. Il nostro sguardo in Europa non può che rivolgersi al Ppe.
Il suo pensiero sulla legge di bilancio?
La crescita trimestrale dell’Italia stagnante, con arresto della tendenza espansiva in atto da oltre tre anni, è un dato inquietante. Un dato però che non sembra preoccupare affatto il governo che continua dritto per la sua strada verso la legge di bilancio, nonostante la stima di crescita si allontani sempre più e non siano inseriti interventi per favorirla, ma anche bypassando la bocciatura della Commissione Ue particolarmente grave per la violazione delle regole. Senza tener conto, poi, della tensione dei mercati e dello spread fuori controllo, con tutte le ripercussioni e il rischio che vadano in fumo i risparmi degli italiani. Lo spread non colpisce solo le casse dello Stato, ma pure le famiglie italiane che ne subiscono le conseguenze con l’aumento del costo del denaro e quindi dei mutui, del credito al consumo e perfino per le aziende diventa più complicato finanziarsi per sostenere gli investimenti. Ma questa situazione preoccupa tutti, ripeto, tranne il governo: sembra siano sempre in campagna elettorale e gli interventi più che per il bene del Paese nascono da slogan e dalla ricerca di consenso. Questa alleanza politica innaturale, sul punto di disgregarsi ad ogni passaggio delicato, sta dimostrando un’assenza di visione che ci fa intravedere ancora più lontana la ripresa.