Politica/ Comunità Montana Fortore Matese, attacco frontale di Micaela Fanelli contro Carlo Perrella

Nota del Capogruppo PD alla Regione Molise, Micaela Fanelli.

“Una sola cosa mi era sembrata degna di nota positiva nell’operato di Francesco Roberti: aver finalmente rimosso Carlo Perrella dal commissariamento della Comunità Montana Fortore Matese.  Nemmeno questa ciambella, però, è riuscita con il buco! Il sindaco Nardacchione, infatti, non ha accettato l’incarico di sostituire Perrella nella chiusura della gestione dell’ente, e i motivi di questa scelta sono facilmente intuibili. La gestione in questione è stata, ed è tuttora, oscura, inadeguata e caratterizzata, sotto molti aspetti, da atti illegittimi e costi ingiustificati.


Ho più volte manifestato pubblicamente l’esigenza di ristabilire le condizioni minime per un esercizio istituzionale conforme alle norme, soprattutto a quelle contabili e riguardanti la funzione liquidatoria, che richiede esclusivamente l’adozione di atti finalizzati alla dismissione e chiusura della gestione della Comunità Montana. Tuttavia, ciò non è avvenuto. Gli abusi della gestione Perrella sono evidenti a tutti, e non si può più far finta di non vederli.
Soprattutto dopo la rinuncia di Nardacchione, il cui motivo appare evidente: chi vorrebbe mettere mano in un ginepraio di problemi?  L’eredità di Perrella è ingestibile per chiunque non intenda avallare atti e comportamenti dubbi. Non lo ha fatto il sindaco di Cercepiccola, e non lo farebbe nessuna persona sana di mente e desiderosa di rispettare la legge.


Roberti deve fermarsi e tornare sui suoi passi. Altrimenti, l’incarico nuovamente conferito a Perrella sarà la prova definitiva della sua corresponsabilità in quella gestione. Dopo la rinuncia di Nardacchione e dopo tutte le volte in cui noi consiglieri, non solo di minoranza, nella scorsa e nell’attuale legislatura, abbiamo palesato la gravità della situazione, il governatore non può più fingere di non sapere. È lui che delega Perrella all’esercizio liquidatorio. La responsabilità per gli atti del delegato ricade interamente su di lui, il delegante.


Ora più che mai, visto che anche l’unica cosa buona che aveva fatto (rimuovere Perrella) non gli è riuscita, deve fermarsi. Deve affrontare la situazione di petto e affidare l’incarico a una persona che indaghi a fondo su quanto accaduto durante la gestione Perrella. Solo così potrà sottrarsi a eventuali responsabilità per omissione di controllo.  La rinuncia di Nardacchione, sebbene silenziosa, fa un rumore assordante. Se si fa finta di non sentirlo, si diventa corresponsabili!”

Micaela Fanelli

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