di Stefano Manocchio
Il discorso è proprio quello che ci si aspetta da un politico di lungo corso ed una vasta esperienza nelle logiche partitiche comunitarie: Aldo Patriciello ha voluto incontrare la stampa in una delle sue tappe molisane per le elezioni europee del prossimo mese di giugno. Ex-democristiano, da 41 anni in politica, partendo dal piccolo comune di Pozzilli ed arrivando in Europa, passando attraverso le elezioni regionali; a Bruxelles rappresenta l’ampio collegio meridionale da vent’anni, ma non dimentica le origini molisane, che al contrario ricorda anche nei suoi appuntamenti elettorali fuori regione. Al Centrum Palace di Campobasso è stato introdotto dal segretario regionale della Lega, Michele Marone e da quello dell’UdC, Teresio Di Pietro, cioè il suo nuovo partito d’appartenenza e quello che si è federato con la Lega in questa tornata elettorale.
Marone ha sottolineato il ruolo che Patriciello può svolgere come collante tra il Molise e l’Europa, avendo possibilità e numeri per vincere questa ennesima sfida elettorale in un collegio quasi sconfinato come quello meridionale. Il segretario della Lega ha anche evidenziato una delle battaglie più forti che l’Italia dovrà affrontare nelle sedi comunitarie, che è quella contro la carne sintetica e le farine di insetti. Battaglia che Patriciello sarà in grado di portare avanti a difesa dell’agricoltura nazionale.
Di Pietro dal canto suo ha promesso di essere al suo fianco e specificato che votare candidati molisani è importante, ma lo è ancora di più votare “l’unico che può arrivare a Bruxelles e garantire esperienza e lungimiranza. E’ l’amico di tutti voi, perché tutti lo potete trovare quando volete”.
Nel suo lungo ed articolato intervento, l’on. Patriciello non si è mai allontanato da una linea di concretezza.
“Candidandomi con la Lega- ha detto in premessa- ho scelto la strada più difficile, quella di rappresentare un partito che adesso è ai minimi storici e poco appetibile al Sud; l’ho fatto perché vedo nella Lega il partito che vuol dare voce ai piccoli comuni ed agli amministratori. Non è più la Lega di un tempo, quella della secessione, ma in questo partito vedo uno spiraglio dove si può creare una scuola politica di amministratori e la politica di un tempo. La Lega non è ostile al Sud ed attua politiche che poi vanno a beneficio anche del Meridione; penso alle disposizioni, che si stanno preparando, per sanare tanti piccolissimi abusi edilizi, minuscole operazioni che proprio nel Meridione sono più frequenti. Stiamo parlando della porta in più, la finestra o una parete realizzate negli anni, non le grandi operazioni speculative, come alcuni vorrebbero far credere. Nel mio percorso elettorale trovo tanti amici, comune per comune, come nelle aziende; tutti lamentano l’eccesso di burocrazia negli apparati pubblici e vedono uno Stato ‘nemico’. Troppi costi a carico delle aziende, il primo passaggio da attuare dovrebbe essere la riduzione dei costi della manodopera; l’industria italiana chiede che l’Europa non penalizzi la produzione nazionale”.
Non è mancato un passaggio sulla transizione ecologica.
“La transizione ecologica è un fatto epocale– dice Patriciello – ma non può danneggiare l’Italia dove non è pronta. Ad esempio ben vengano le case green, ma non adesso in Italia, dove si devono adeguare oltre cinque milioni di case; non siamo pronti e ci serviranno vent’anni per adeguarci. E ancora: le auto elettriche sembrano essere la soluzione per un problema che non è enorme, visto che solo una parte minore dell’inquinamento da CO2 viene dalle autovetture e questa decisione europea ci costringerà ad acquistare le batterie cinesi, distruggendo non solo il comparto automobilistico, ma il settore industriale in Italia. Faremo le barricate per spostare le scadenze e trovare nel frattempo nuovi prodotti sostitutivi dell’attuale carburante”.
Altro tema di scottante attualità: l’intelligenza artificiale.
“E’ una rivoluzione straordinaria, che però vede l’Europa impreparata- dice l’eurodeputato- Tutte le informazioni che sono state registrate sui sistemi informatici sono state fatte confluire sui computer da America e Cina, mentre l’Europa non ha investito in questi anni sugli archivi e adesso è completamente spiazzata da questa rivoluzione che condizionerà il mondo”.
Passiamo ad un tema più volte trattato da Patriciello nella sua azione politica: la difesa dell’agricoltura.
“Gli agricoltori, anche molisani, hanno scioperato giustamente; ma la loro è stata una vittoria a metà, perché il dossier-agricoltura non è chiuso, Non vogliamo la carne sintetica, perché non è carne, ma è fatta con sostanze chimiche in laboratorio e non vogliamo la mozzarella fatta in laboratorio, perché la mozzarella si chiama così se nasce dal latte. La battaglia non è vinta– dice l’onorevole – ma dobbiamo proseguire, come abbiamo fatto con il vino: l’Europa voleva far mettere sulle etichette le scritte come quelle sui pacchetti di sigarette e noi l’abbiamo impedito, perché ci hanno aiutato i francesi, i greci egli spagnoli”.
Passiamo ai temi ‘italiani’: l’autonomia differenziata.
“L’autonomia differenziata è partita nel 2000, con il governo Amato, ma il percorso non si è ancora completato- dice Patriciello. Non è un fatto negativo, come alcuni vogliono far credere. Governo nazionale e Regioni stabiliscono le quote con i cosiddetti LEP, che sono uniformi in Italia e servono appunto a regolare i livelli minimi, a cui non si potrà derogare; è una manovra contro gli sprechi, perché chi spende fuori dai livelli essenziali, in questo caso la Regione, si deve far carico della differenza. Bisogna chiedere alla classe politica di amministratori di spendere con oculatezza ed in linea con le reali esigenze del territorio e bisogna gestire la cosa pubblica con il criterio del buon padre di famiglia. Si fa tanto parlare del PNRR: ma non è un regalo, anzi è per buona parte un prestito”.
Abbiamo lasciato per ultimo l’argomento locale, il ‘caso-Molise’.
“Noi rischiamo l’accorpamento con altre regioni – ha detto Patrciello, senza tanti giri di parole – e già adesso si sta accorpando tutto, a cominciare dai servizi, per creare assuefazione nei molisani per accorpare poi anche i confini geaografici. Allora chiedetevi: chi poi difenderà i molisani e le ragioni principali dell’autonomia? Siamo la regione più piccola tra quelle dell’Italia Meridionale in confronto a regioni con popolazione di milioni di persone e lo vedo tutti i giorni nella campana elettorale per le consultazioni europee; ma ovunque dico di venire da un piccolo comune molisano di tremila abitanti. E’ una partita importante per il Molise– conclude l’europarlamentare – perché tutte le nostre scelte scaturiscono da quello che si decide a Bruxelles. Il Molise esiste e bisogna sostenere il candidato molisano che è in grado di rappresentare il Molise in Europa”.
Di sicuro gli spunti di riflessione e gli argomenti di discussione non sono mancati.