Un cambio di rotta nel PNRR. Lo ha chiesto l’Uncem al Governo nazionale, durante la seduta
della Giunta nazionale, riunita a Roma e Presieduta da Marco Bussone.
Presenti tutti i vertici delle Delegazioni regionali, tra cui Candido Paglione, sindaco di
Capracotta e presidente Uncem Molise.
«È necessario un netto cambio di passo – osserva Paglione. E lo diciamo mentre il Governo
sta varando una serie di bandi che ci sembrano poco adatti ai territori e Comuni montani»
Le proposte, contenute in un dossier intitolato emblematicamente “C’è qualcosa che non va toccano in punti fondamentali del PNRR: a partire dai bandi sport e per la digitalizzazione (dopo quelli discutibilissimi sui borghi), che non favoriscono coesione e coinvolgimento degli Enti locali
più piccoli e delle zone montane italiane.
Le criticità sono state riassunte dal Presidente Bussone.
C’è anche un problema di “fattibilità”: sono troppi i bandi cui rispondere in tempi troppo
stretti, con i comuni (alle prese peraltro con carenze di personale, imponendo così il ricorso
all’esterno) messi uno contro l’altro per accaparrarsi le risorse disponibili.
Si avverte anche una difficoltà legata a una serie di regole poco chiare per la rendicontazione
delle risorse, uso di classificazioni e modelli di valutazione poco efficienti e non adeguati alla
realtà italiana (come l’Indice di vulnerabilità sociale e materiale di cui già si è parlato), scarso
coinvolgimento delle imprese, professionisti sotto eccessiva pressione, scarsa attenzione alle
comunità, alla formazione, al “capitale umano”, fondamentale per i territori. Ancora: grande
disattenzione per i costi energetici e delle materie prime in continuo aumento.
«Insomma, dice ancora Paglione, condividendo il pensiero di Bussone, ce n’è abbastanza per
chiedere al Governo di intervenire per quel cambio di passo che appare indispensabile.
Perché così come sono i bandi PNRR sono un’ingiustizia evidente che penalizza i piccoli
comuni e le aree montane. Piuttosto, l’occasione del PNRR sia utile per favorire la ripartenza
e la coesione del Paese, a cominciare proprio da chi oggi è più in difficoltà».