Una sanità ridisegnata, che risponda alle esigenze dei cittadini, e quindi del territorio, e che diventi attrattiva sia per reperire nuovi professionisti che per accogliere i pazienti, non solo molisani.
Come il sistema debba funzionare in regione, rispondendo alle esigenze del PNRR e delle diverse altre disposizioni governative, è chiaro. Lo è per la politica, per la struttura commissariale e soprattutto per l’Azienda sanitaria regionale.
Il punto è stato fatto , alla Sala della Costituzione della Provincia di Campobasso, in occasione
della Conferenza dei sindaci, indetta dal presidente Lorenzo Saia. Un appuntamento di approfondimento e di analisi della bozza del Piano operativo sanitario che con l’apporto di tutti i
soggetti coinvolti sta ridisegnando il comparto in Molise.
Così, restano hub l’ospedale Cardarelli di Campobasso e di area disagiata quello di Agnone. Strutture spoke Isernia e Termoli. Ai nosocomi si aggiungono le 13 case della salute presenti in tutta la regione. Previsti investimenti importanti, alcuni già avviati, ed il reclutamento di centinaia di professionisti del settore. Dunque, superato il tempo del 15 febbraio, data indicata per la definizione del Pos, “sembrerebbe – ha specificato lo stesso Saia – sia stato dato più spazio per una migliore determinazione del documento che dovrà rispondere a delle esigenze ben specifiche”.
Intanto, il governatore Francesco Roberti, ha fissato alcuni importanti paletti: “Emodinamica ad
Isernia non verrà chiusa. Anzi, ‘Roma’ sa che sarà rafforzata per garantire il servizio 24 ore su 24.
Investimenti milionari sono stati fatti e macchinari all’avanguardia sono presenti al Veneziale. Ora puntiamo sui medici, con ulteriori nuovi concorsi da espletare e l’erogazione di incentivi. Figure che serviranno pure le case della salute e tutta quella rete a servizio del territorio. A breve – ha aggiunto Roberti – inizieranno i lavori all’ospedale di Agnone per assicurare la prestazione della TAC. Siamo, invece, in attesa dell’accreditamento delle strutture per l’autismo, una risposta che sicuramente seguirà alla ‘bollinatura’ della Corte dei Conti. Ed ancora. Si sta perfezionando il c.d. cruscotto che in tempo reale fotografa costi e prestazioni dei reparti.
Controlli sulla sanità doverosi, soprattutto a fronte della pandemia e del post-covid, mentre ci si adopera per ridare credibilità alla Regione Molise con incontri con il personale, accordi con l’Unimol per incamerare specializzandi e intese con le strutture private accreditate per l’offerta di certe specialità e il supporto di personale medico, come accaduto con gli anestesisti necessari per la riapertura della Camera iperbarica a Larino.
Infine, un occhio a Centrale Unica di Committenza, in fase di riorganizzazione, mobilità attiva e a ‘conti’ che forse potrebbero regalare nuove ed importanti ragioni al Molise”.
Dunque, una sanità che, oggi, rappresenta una priorità per la regione. Questione all’attenzione
anche dei due parlamentari molisani, Elisabetta Lancellotta e Costanza Della Porta, che con il
governo centrale dialogano costantemente, in particolare circa la possibilità di garantire un DEA di secondo livello.
Insomma, i presupposti per migliorare ci sarebbero tutti. E di questo ne è fermamente convinto il direttore generale Asrem, Giovanni Di Santo. Nei suoi poco più di 3 mesi di attività è intervenuto, insieme al resto della Direzione Strategica, su più fronti. “Abbiamo iniziato da subito a rimodulare, ristrutturare l’Azienda – ha ribadito – Siamo partiti dal controllo di gestione per avere contezza dei conti. Un mezzo di governance per avere dati certi su ricoveri e spese. Solo con una contabilità analitica, sapremo quanto costa e produce un reparto. E
seppur, da medico prima di tutto, sostengo che per la salute non si debba badare a spese,
comprendere dove allocare eventuali risorse è indispensabile. Risposte che solo l’appropriatezza del dato può dare.
Di qui – ha continuato Di Santo – la corretta valutazione delle prestazioni erogate sul territorio per una riorganizzazione da attuare ricalcando, attraverso l’atto aziendale, i dettami del Pos. Nel frattempo, abbiamo ampliato, e presto sarà disponibile, il pronto soccorso del Cardarelli di
Campobasso; la camera iperbarica frentrana, grazie alla disponibilità degli anestesisti di Responsible Research Hospital, è stata riattivata coprendo un raggio di quasi 600 km; è stata inviata all’Enav una nota per la riapertura dell’elisuperficie, per consentire, ancora una volta, piena certezza delle cure come nelle 16 postazioni del 118 che a loro volta soffrono l’assenza di medici; abbiamo messo mano al piano dei fabbisogni e pertanto stiamo puntando alla riorganizzazione dei primariati, per dare sicurezza ai tanti facenti funzione, e alle assunzioni, non da ultime quelle di decine di infermieri; abbiamo chiesto 5 nuove ambulanze e attivato la cabina di regia per il recupero delle liste di attesa con 2000 telefonate al giorno per mezzo di 10 linee e con recall in caso di mancata risposta.
Spingiamo per una valida telemedicina, mentre crediamo fermamente nel trinomio Asrem,
Università e privato accreditato quale realtà che offre una specialistica di cui non si può fare a
meno”.
Nell’ambito delle sue mansioni, invece, il direttore sanitario, Bruno Carabellese, si è concentrato sulla carenza di pediatri, spiegando che “su 30 di essi solo 3 decidono di percorrere la strada ospedaliera. Questione sulla quale lavorare e correggere il tiro. Così come sulla possibilità di curare, soprattutto le persone più anziane e i malati oncologici, in casa propria. Attualmente, un anestesista raggiunge i pazienti sul territorio occupandosi della terapia del dolore. Ma ci sarà bisogno di sempre più medici, anestesisti compresi per rispondere alla sanità di prossimità prevista dal PNRR. E buone notizie giungono dall’Unimol, che per l’anno a venire potrà assicurare ulteriori specializzazioni”
Innovazione e modelli organizzativi performanti i cavalli di battaglia della direttrice amministrativa, Grazie Matarante. “Il paziente – ha rimarcato con forza – va seguito costantemente, ovunque esso si trovi, e la tecnologia può e deve essere la nostra soluzione. Nel rispetto della spesa prevista va rivisto il sistema clinico assistenziale. Vero – ha ricordato – non ci sono i medici, ma stiamo facendo di tutto per reperirli. Gli stessi professionisti, supportati dalla robotica, saranno agevolati nel compimento del proprio lavoro. Tutto senza tralasciare l’umanizzazione che va di pari passo con la telemedicina e l’erogazione delle prestazioni. Ad oggi sono già disponibili 80 tablet che da subito porteranno la
telemedicina sul territorio, mentre siamo pronti con la telerefertazione”.
Poi un ulteriore accenno all’importanza del cruscotto.
“Dai dati raccolti fin’ora – ha chiosato Matarante – è evidente che dobbiamo potenziare la capacità di offerta con l’analisi dei bisogni. Il POS ci chiede interventi già da noi programmati. Stiamo correndo per dare risposte alla regione, alla struttura commissariale e soprattutto al Molise. La situazione non è rosea ma con la collaborazione si possono raggiungere grandi risultati, Quindi il confronto, anche con i sindaci, diventa fondamentale. Piena sinergia con i responsabili delle politiche sociali in grado di intercettare tempestivamente i bisogni del territorio”.
Soddisfatto dal canto suo, in merito alla volontà di lasciare nessuna area della regione indietro, il presidente Saia “Siamo per l’innovazione e la telemedicina – ha detto – ma bisogna partire velocemente perché l’utente ne deve avere contezza il prima possibile”. L’incontro si è concluso con l’intervento di alcuni sindaci che hanno portato sul tavolo diverse istanze ovviamente volte a garantire una sanità certa e sicura nei propri territori.