Petraroia: “Magistratura e stampa aprono inchieste sull’eolico selvaggio nell’area del Matese”

Riceviamo e pubblichiamo

La coraggiosa mobilitazione dei cittadini e della Rete di Comitati ed Associazioni di tutela ambientale di Campania e Molise, non desiste e prosegue la lotta in difesa di un territorio dall’elevato pregio naturalistico, agricolo, paesaggistico e ambientale. Grazie alla passione di figure straordinarie si è riusciti a coinvolgere geologi, medici, agronomi, psicologi, ingegneri, archeologi, storici, speleologi, paleontologi, esperti in scienze forestali, studiosi e dirigenti di organizzazioni professionali agricole, del turismo e del commercio. Il Sannio resiste all’invasione dell’eolico selvaggio che risale incontrastato dalle Province di Potenza, Avellino e Foggia, oltre che dall’area del Fortore della Provincia di Benevento. Le potentissime lobby che lucrano con le devastazioni dell’eolico hanno scelto di aggredire l’Osso Appenninico per installare impianti obsoleti con tecnologie superate e realizzare profitti per miliardi di euro senza lasciare alcuna ricaduta dignitosa alle comunità locali. Dopo anni di scempi ambientali, per la prima volta, le multinazionali che si nascondono dietro le speculazioni sulle fonti rinnovabili, hanno impattato in una resistenza imprevista costituita da agricoltori, allevatori, operatori turistici, artigiani, associazioni, esperti e tutori del territorio. Nella Valle del Tammaro al confine tra Campania e Molise e nel Parco del Matese, le popolazioni del Sannio delle due regioni si sono unite in una Rete di Comitati lottando strenuamente in difesa delle proprie case, della salute, della sicurezza e delle proprie attività produttive inconciliabili coi mostri dell’eolico. Diverse sentenze del Consiglio di Stato e del TAR Campania hanno annullato autorizzazioni, fermato i lavori, riconosciuto che la Regione Molise doveva essere coinvolta nelle Conferenze di Servizi, e hanno visto affermate le ragioni dei cittadini che difendono le sorgenti d’acqua dolce del Matese, il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, il sito storico di Saepinum-Altilia, le falde, il Parco Geopaleontologico di Pietraroja, il diritto a salvaguardare la sicurezza sanitaria e a tutelare il valore di fabbricati, terreni e attività imprenditoriali. Lo scontro è impari visto che la Regione Campania procede a testa bassa sull’eolico e la Regione Molise è afona sulla questione, non vede, non sente e non parla, malgrado decine di diffide articolate, trasmissioni di sentenze e solleciti di varia natura. Nonostante ciò sono sempre più numerose le inchieste aperte sia della Magistratura che di parte della stampa su un affare che vale centinaia di milioni di euro in cui sono contrapposti da un alto lobby potentissime e dall’altro cittadini e associazioni animati solo da buona volontà. L’auspicio è che le inchieste riescano a squarciare il velo omertoso che avvolge da un ventennio tutto ciò che ruota introno agli investimenti sull’eolico nell’Osso Appenninico di un Sud sempre più umiliato da potentati privi di scrupoli e da istituzioni distratte.

Michele Petraroia

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