Queste affermazioni elettorali vanno ricondotte nel solco del cambiamento culturale, della discontinuità di metodo e di merito, della sobrietà e del taglio agli sprechi amministrativi e ai costi della politica.
La sfida per restituire un progetto futuro al Molise si può vincere se il centrosinistra ritrova capacità di dialogo, di confronto sui temi e unità d’azione.Ci sono tutte le premesse per recuperare una visione generale di una classe dirigente che non può rimanere prigioniera di personalismi o di tatticismi di corto respiro.Per queste ragioni sono convinto che ciascuno di noi deve essere disponibile a fare un passo indietro in favore del rilancio di un progetto di governo che non si limiti ad amministrare l’ordinario, ma si fondi su riforme strutturali che pongono fine ad un modello assistenziale e sostengano le imprese che creano ricchezze, i talenti, le competenze ed il merito ad ogni livello.La politica non è un’arte per singoli individui, ma un’attività umana collegiale in cui serve più ascoltare che parlare, ed in cui ciascun esponente deve porsi al servizio dei cittadini non in una logica personale ed autoreferenziale, ma su un progetto generale di governo sul quale decine di migliaia di elettori hanno dato l’assenso.
Quando ho rimesso le deleghe il 17 febbraio non l’ho fatto solo per un gesto di lealtà verso i nuovi vertici nazionali e regionali del PD, ma per agevolare a partire dalla mia disponibilità individuale ogni soluzione tesa al rilancio del centrosinistra. Per me è più importante salvare il progetto di cambiamento del Molise, al di là del mio ruolo, e non rimanere a svolgere un determinato incarico.Chi vuole adoperarsi per il bene del prossimo lo può fare anche da semplice cittadino e non ha bisogno né di titoli e né di stellette sulla giacca.
Michele Petraroia