“Oggi tra le numerose tematiche affrontate a Roma, abbiamo posto un forte accento sulla tutela e valorizzazione del personale Covid dell’Asrem da stabilizzare.
Al momento per loro, oltre al danno economico, anche la beffa di non vedersi riconosciuta la prestazione lavorativa effettuata con partita iva durante il Covid, periodo durante il quale hanno messo a rischio la propria vita e quella delle proprie famiglie per fronteggiare la pandemia”.
Così la Segretaria della UIL Molise, Tecla Boccardo.
“Rispetto a questi lavoratori, la soluzione è possibile solo se si interviene con una norma di tipo nazionale. Le altre promesse sono solo falsa propaganda di chi strumentalizza la problematica. Nel merito abbiamo aperto un confronto con la Regione e il Commissario, al quale da tempo stiamo chiedendo un incremento del piano assunzionale, anche in vista dell’attivazione delle 13 case per la salute previste e finanziate dal PNRR, che senza unità aggiuntive non potrebbero funzionare.
Tali incrementi possono essere immediati, partendo proprio dall’assunzione dei circa 200 professionisti della salute collocati nella graduatoria Asrem, oltre che attraverso la stabilizzazione del personale Covid che rischia di rimanere a casa tra qualche settimana.
Per questo la UIL ha avviato un proficuo confronto con l’onorevole Cesa che si è reso disponibile per la definizione concreta di un percorso certo e raggiungibile rispetto alla loro stabilizzazione in tempi brevi.
L’impegno assunto dall’Onorevole, prosegue la sindacalista, è stato quello di presentare un emendamento alla Legge di Bilancio che possa superare le criticità delle attuali soluzioni territoriali che difficilmente potranno dare risposte a questa situazione.
Questo è il momento giusto per sanare la questione attraverso il giusto riconoscimento del periodo lavorativo prestato, ma ciò diventa possibile solo se l’emendamento che l’Onorevole Cesa presenterà, unitamente alla delegazione parlamentare molisana, sarà inserito tra i 400 ammissibili alla Legge di Bilancio.
Sin dall’inizio infatti abbiamo contestato l’assunzione di personale attraverso partita iva nelle corsie ospedaliere, per il principio di dipendenza e di esclusività del rapporto che di fatto hanno infermieri ed OSS, impropriamente assunti “a p.iva.”
Il sistema sanitario va ristrutturato partendo da personale che non può essere precario per evitare, come già accaduto, l’emigrazione di questi nostri professionisti verso gli ospedali delle regioni limitrofe” conclude Boccardo.