Pd lancia l’allerta sui Fondi Europei: chiusura del vecchio periodo di programmazione al 31 ottobre. Definanziamo?

Se Sparta piange, Atene non ride. Se sulle risorse del bilancio ordinario – dopo la bocciatura della Corte dei Conti – è programmato un nuovo step nel Consiglio regionale per martedì prossimo, in merito alle risorse addizionali non è stato dato lo stesso rilievo pubblico. Non si è capito quanto grave sia la situazione. Lo ha detto la Commissione Europea al Comitato di Sorveglianza. Per il vecchio ciclo di programmazione, occorre capire come si mette la parola fine, se cioè definanziamo delle risorse, o no. Difatti, domani, 31 ottobre, abbiamo una scadenza fondamentale per quei fondi. Abbiamo l’obbligo di certificare il 99% della spesa.

Come Gruppo Consiliare del Partito Democratico abbiamo protocollato un’interrogazione che sottende una questione cruciale: il Molise non può permettersi di perdere nemmeno un euro.

A tal proposito, abbiamo già lanciato diversi allarmi e oggi, come Gruppo Pd, sentiamo la necessità di ribadire una serie di rischi sono reali, che non possono essere sottaciuti.

Il Programma Operativo Regionale (POR) FESR-FSE Molise presenta una dotazione complessiva in quota UE pari a 76,6 milioni di euro, di cui 53,0 milioni per il FESR e 23,9 milioni per il FSE. Fino ad oggi, l’amministrazione regionale ha ricevuto pagamenti dalla Commissione per un totale di 68,5 milioni di euro, suddivisi in 47,2 milioni per il FESR e 21,3 milioni per il FSE. Rimangono da certificare spese per un complessivo di 7,2 milioni di euro in quota UE, corrispondenti a poco meno del 10% del programma.

Con il Regolamento 2024/795 (noto come STEP), è imposto a Regioni e Stati Membri di certificare entro il 31 ottobre 2024 il 99% delle spese, consentendo al massimo di pagare nel 2025 l’1% delle spese certificate. Questo scenario implica un serio rischio di disimpegno e perdita delle risorse, in caso di eccedenza rispetto a tale limite. La Regione Molise deve certificare entro il 31 ottobre un totale di 8,3 milioni di euro in quota UE. Un’eventuale inefficienza da parte nostra potrebbe portare a un RAL nel 2025 che eccederebbe l’1%, con conseguenti rischi di disimpegno.

Sulla base delle informazioni contenute nella nota Ares (2024)7230862 del 11/10/2024, nell’interrogazione abbiamo chiesto di comprendere se la Regione ha intenzione di avvalersi della certificazione al 100% in quota UE, come consentito in deroga dall’art. 14 del Regolamento 2024/795. Questo comporterebbe una riduzione dell’ammontare totale del programma, in virtù del non utilizzo della quota nazionale.

Inoltre, abbiamo interrogato il Presidente della Giunta e l’Assessore al coordinamento dei fondi europei su quali assi si prevede di utilizzare per questa opportunità e per quali importi. Infine, se è stato già previsto un piano per la riallocazione e riprogrammazione delle risorse derivanti dal mancato utilizzo del cofinanziamento nazionale.

Da parte nostra, come minoranze, continueremo a offrire la nostra massima collaborazione, ma senza sconti. 

Micaela Fanelli

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