Premio del 18% a chi ha solo il 35% dei voti in coalizione (=53%), sbarramento all’8% di una lista indipendente e del 5% di una lista in coalizione, la massa enorme di voti privati della loro rappresentanza che confluiscono nei partiti rappresentati; in caso di ballottaggio (sotto il 35%) i primi due, senza soglia minima, si contendono il premio di maggioranza. Alla fine della giostra truffaldina, in pratica, un partito con il 20% ottiene un premio del 30% che gli garantisce la maggioranza, privando il resto della società (la vera maggioranza) della rappresentanza parlamentare. Lo stesso si fece con la legge fascista di Acerbo nel ‘22-23, preludio al regime criminale di Mussolini, anch’esso foraggiato da capitalisti, banchieri e latifondisti: chi aveva il solo 25% otteneva la maggioranza assoluta.
Non finisce qui. La negazione del diritto di preferenza serve a tenere sotto ulteriore controllo questo potere dalle guerre interne: Berlusconi deve badare a spinte centrifughe tra bande e clan sia nel suo partito-azienda sia nella concorrenza con il NCD; Renzi se ne beneficia contro la minoranza interna “da epurare”.
Sanno di dover perpetrare gli iniqui sacrifici da imporre a larghe masse di popolazione nell’interesse di ristrette oligarchie di banchieri e magnati italiane ed europee, e sanno del dissenso sociale che aumenta verso questi poteri forti ed i loro privilegi e corruttele. Di qui l’ulteriore stretta autoritaria, in nome del falso mito della “governabilità” del capitalismo e degli sfruttatori, per rendere stabile la grande rapina sociale che ogni giorno mettono in atto a spese della maggioranza della società.
I capitalisti, i “liberali”, che esaltano dai loro potenti media questa operazione, continuano a rispolverare i vecchi sistemi sempre più maggioritari-autoritari di due secoli or sono. Il movimento dei lavoratori, invece, ancora non riprende in mano la bandiera della difesa degli spazi democratici contro questi risvolti autoritari, come fece sin agli inizi del ‘900 contro le vecchie leggi maggioritarie rivendicando la vera modernità “progressiva”, una legge puramente proporzionale, basata su elementari concetti di democrazia: “tanti voti tanti seggi, una testa un voto, tutti i voto sono uguali” Su queste basi, nel Molise come in tutta Italia, il PCL ribadisce la necessità di costruire un . ampio fronte unico di lotta a partire dalla sinistra sindacale, politica e di movimento, di resistenza contro tali svolte liberticide e per una legge proporzionale pura.
Anche nel Molise, come ad esempio ci ricorda la manifestazione di ieri, è necessario unire tutte le vertenze contro i licenziamenti in massa che stanno dilagando nell’intera regione (Ittierre, Gam, ecc.): i lavoratori, i precari, i disoccupati, anche nel Molise, hanno solo da perdere con queste leggi truffa Renzi-Berlusconi, utili solo a garantire la “governabilità” del sistema che gli sfrutta e gli opprime. L’unica governabilità da guadagnare per le larghe masse sfruttate è quella di un repubblica di lavoratori che spazzi via per sempre la dittatura di questa minoranza oligarchica confindustriale e bancaria.
Il Coordinatore PCL Tiziano Di Clemente