Parco nazionale del Matese, Legambiente risponde alle domande poste dai cittadini e rimaste senza risposte adeguate 

Legambiente già in passato con la campagna #bastafakenews per il Parco Nazionale del Matese rispose ai dubbi dei cittadini sul parco smontando punto per punto le falsità che circolavano sulla nascita dell’area protetta matesina. In tale occasione l’associazione propose ai cittadini che ancora avevano dubbi di inviare le domande in merito ai dubbi sull’istituzione del parco. “Ancora oggi, purtroppo, è necessario fare chiarezza in merito a quanto circola sulla stampa e viene raccontato dei nemici del Parco ai cittadini negli incontri pubblici che i comuni hanno convocato – affermano i presidenti di Legambiente Campania e Molise, Mariateresa Imparato ed Andrea De Marco e il responsabile dell’ufficio aree protette di Legambiente Antonio Nicoletti – Gli incontri che dovevano essere occasione di approfondimento in merito alle misure provvisorie di salvaguardia per chiarire cosa è possibile fare nel Parco si sono trasformati nella cassa di risonanza di chi ancora pensa di bloccare l’istituzione dell’area protetta per continuare a sfruttare nel proprio interesse e senza regole il territorio in teoria già protetto dai Siti natura 2000 e dal Parco regionale del Matese ma che, nella pratica, è senza nessuna tutela concreta”.

L’associazione affronta quanto emerso negli incontri pubblici dimostrando per esempio che i Parchi nazionali dove sono già stati istituiti, non provocano nessuno spopolamento rispetto a quanto già avviene nel nostro Paese o in alcune parti dell’appennino portando l’esempio di Bojano che ha uno spopolamento maggiore rispetto a quello di Pescasseroli che sta nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Oppure che i parchi nazionali non bloccano lo sviluppo economico dei territori come viene raccontato negli incontri pubblici dai predatori dell’ambiente matesino, anche perché nelle aree protette operano oltre 750 mila imprese vivono. “Quello che serve ora – continuano i rappresentanti di Legambiente – è un confronto concreto tra i sindaci e ISPRA per condividere le misure provvisorie di conservazione e non generare paure tra le imprese ed i cittadini che sono in balia di informazioni false diffuse dai nemici del parco che nel frattempo sfruttano a loro favore il territorio. Si possono condividere le regole per il Matese come avviene in tutti gli altri parchi nazionali, nel pieno rispetto della legge quadro 394/91, rigettando le proposte illegittime avanzate da alcune amministrazioni comunali ma impegnandosi ad accoglie le proposte migliorative che possono invece aiutare a comprendere le regole che si atteranno. Tutto questo si può fare bene e in fretta anche per evitare che si proceda alla nomina del commissario ad acta, scelta che alimenterebbe l’idea che il Parco nazionale del Matese è stato calato dall’alto nonostante da quasi 8 anni sia stata approvata la norma per istituirlo.”

Queste le risposte ai quesiti proposti dalla popolazione:

1.   NEL PARCO NAZIONALE DEL MATESE SARÀ POSSIBILE RACCOGLIERE LA LEGNA DEI BOSCHI? SI!

Se si escludono le attività vietate (es. la caccia o l’apertura di cave) e quelle che possono compromettere il territorio (es. prelevare materiale geologico), le attività consentite (es. agricoltura, allevamento, fruizione e manutenzione del territorio, etc..) sono libere e non necessitano di nessuna ulteriore autorizzazione. Nel caso dei tagli boschivi il Parco concederà il nulla osta se gli interventi rispettano le norme forestali regionali e le valutazioni di incidenza nel caso interessino aree della rete Natura 2000. Non è perciò necessaria nessuna autorizzazione preventiva del Parco o richiedere la Valutazione di incidenza ambientale (VInCA) per coltivare l’orto, praticare l’allevamento e il pascolo, perché queste attività sono già regolate da norme, pratiche e consuetudini locali che valgono sia fuori che dentro i confini di un Parco.  L’Ente parco, invece, dovrà autorizzare gli interventi di rilevante trasformazione del territorio (es. Piani urbanistici, manutenzione ordinaria degli impianti a fune, impianti eolici) ed esprimere il parere vincolante per gli interventi e le opere da realizzare nei siti della Rete Natura 2000.

2.   NEL PARCO NAZIONALE DEL MATESE SI POTRANNO RACCOGLIERE FUNGHI E TARTUFI? SI!

Nel rispetto delle vigenti normative degli usi civici e delle consuetudini locali continueranno ad essere consentite la raccolta di funghi, dei tartufi e di altri prodotti del sottobosco.

Per la raccolta di questi prodotti valgono le leggi nazionali e regionali e, per regolamentare meglio la raccolta e valorizzare queste attività, il Parco nazionale potrà sostenere gli operatori professionali locali, autorizzando l’uso del marchio di qualità per la commercializzazione dei prodotti, e sostenendo la formazione degli operatori e di chi fa la raccolta per hobby.

3.   NEL PARCO NAZIONALE DEL MATESE SI POTRÀ EFFETTUARE IL CAMPEGGIO E LE ATTIVITÀ TURISTICHE? SI!

Il campeggio temporaneo è appositamente autorizzato in base alla normativa vigente in tutto il territorio del Parco nazionale, mentre è vietato il campeggio libero effettuato al di fuori delle aree a tale scopo e appositamente attrezzate.

Il Parco nazionale garantisce e assicura la promozione e la fruibilità del territorio e le attività ricreative compatibili, la valorizzazione dei siti di notevole interesse paesaggistico, naturalistico, ambientale, con particolare attenzione al turismo e alle attività agro – silvo pastorali e alle tradizioni locali.

4.   NEL PARCO NAZIONALE DEL MATESE SARÀ POSSIBILE IL PASCOLO E L’ATTIVITÀ ZOOTECNICA? SI!

Il pascolo è consentito nel rispetto delle vigenti normative degli usi civici e delle consuetudini locali, e la normativa del Parco per le attività di allevamento e pascolo rispecchia le regole già vigenti e, dunque, senza nessuna limitazione.

Nel territorio del Parco è garantito il transito dei mezzi di servizio e quelli accessori alle attività agro-silvo-pastorali o di altre attività esistenti, mentre specifiche restrizioni al transito dei mezzi saranno eventualmente stabilite dall’Ente parco in funzione della necessità di tutelare sistemi naturali e/o specie animali e vegetali.

L’Ente parco può sostenere le produzioni zootecniche e le attività pastorali tradizionali del Matese autorizzando le aziende e gli allevatori all’uso del marchio di qualità, valorizzare le tradizioni pastorali locali anche attraverso il recupero della rete dei tratturi e la pratica della transumanza, attuare interventi migliorativi di recupero dei pascoli e dei prati stabili.

5.   NEL PARCO NAZIONALE DEL MATESE SARÀ POSSIBILE COSTRUIRE O RISTRUTTURARE LE CASE? SI!

Come già avviene negli altri Parchi nazionali, anche per il Matese non ci saranno ulteriori limitazioni nelle aree destinate a queste attività e già individuate nei Piani urbanistici vigenti, e le attività edilizie saranno regolate dalle Misure provvisorie di salvaguardia secondo le diverse Zone di tutela del territorio del Parco.

Fino alla approvazione del Piano del Parco mantengono efficacia le previsioni contenute negli strumenti urbanistici comunali vigenti e le prescrizioni delle valutazioni d’incidenza regionali unicamente in relazione alle aree produttive, ai servizi ed attrezzature d’uso pubblico ed impianti pubblici e privati di interesse urbano ed agli impianti tecnologici.

Saranno sottoposti ad autorizzazione dell’Ente Parco i nuovi strumenti urbanistici e quelli non ancora approvati definitivamente e le eventuali varianti ai piani vigenti, i piani attuativi degli strumenti urbanistici vigenti non definitivamente approvati, e quelli per i quali non sono stati avviati i lavori per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria o di singoli insediamenti.

6.   NEL PARCO NAZIONALE DEL MATESE TUTTE LE ATTIVITÀ SARANNO SOTTOPOSTE AD AUTORIZZAZIONE? NO!

Le attività tradizionali già consentite (es. agricoltura, allevamento, gestione boschiva, fruizione e manutenzione del territorio, etc..) sono libere e nessuno le vieta. Per coltivare l’orto, arare i campi, tagliare l’erba e gestire il bosco, praticare l’allevamento e il pascolo, etc…non serve l’autorizzazione del Parco e non è necessaria la Valutazione di incidenza ambientale, perché queste attività sono già regolate da norme, pratiche e consuetudini locali che valgono sia fuori che dentro i confini di un Parco.

Le attività consentite che hanno un rilevante impatto e trasformano il territorio (es. Piani urbanistici, manutenzione ordinaria degli impianti a fune, delle pale eoliche), dovranno essere autorizzate dall’Ente parco che dovrà esprimere parere vincolante (nulla osta) per gli interventi e le opere da realizzare nei siti della Rete Natura 2000.

Nei Parchi nazionali sono vietate le attività che possono compromettere la biodiversità (es. la caccia) il territorio e l’ambiente (es. l’apertura di cave o discariche, prevelare materiale geologico).

7.   NEL PARCO NAZIONALE DEL MATESE LA FAUNA SELVATICA FARÀ AUMENTARE I CONFLITTI CON GLI AGRICOLTORI E GLI ALLEVATORI?  NO!

La normativa proposta per il Parco nazionale del Matese, al pare degli altri già istituiti, stabilisce il controllo della fauna selvatica e la tutela delle specie protette, favorisce l’adozione di misure efficaci per contenere le predazioni e garantisce il risarcimento dei danni provocati dalla fauna agli allevatori e agricoltori. Saranno perciò consentiti prelievi faunistici ed abbattimenti selettivi necessari per ricomporre squilibri ecologici e il pagamento dei danni accertati dall’Ente Parco.

Gli interventi per il contenimento della fauna selvatica tengono conto degli obiettivi di conservazione e delle Linee Guida redatte da ISPRA, e saranno esclusivamente rivolti alla fauna problematica e alle specie aliene invasive (es. cinghiali) ed effettuati utilizzando solo personale formato, munizioni atossiche e tecniche che minimizzano il disturbo ambientale, dando preferenza all’attività di cattura, e saranno possibili in tutto il territorio del Parco (Zona 1, 2 e 3).

8.   L’ISTITUZIONE DEL PARCO NAZIONALE DEL MATESE FAVORIRA’ LO SPOPOLAMENTO DEI COMUNI? NO!

Nei Parchi nazionali italiani vivono quasi 3 milioni di persone in 498 comuni per la gran parte piccoli o piccolissimi, e nessun comune ha mai formalizzato la richiesta di uscire da un Parco nazionale, anzi sono aumentati le richieste di allargare i confini di alcuni Parchi nazionali come in Val Grande e Maiella solo per citare alcuni casi.

Le Misure di salvaguardia predisposte per il Parco nazionale del Matese assicurano una politica equa di valorizzazione socioeconomica ed ambientale dei territori comunali, con particolare riguardo a quelli che si trovano nelle aree interne.  Perciò il Parco nasce anche per combattere lo spopolamento come fanno da tempo tutte le altre are protette adottando pratiche virtuose che cercano di rallentare la crisi demografica che interessa tutto il nostro Paese. A questo proposito, possiamo citare un esempio di un comune situato in un Parco nazionale ed uno che ancora sta fuori, e notare che Pescassseroli dal 2020 al 2021 ha ridotto la popolazione di 160 abitanti, passando da 2116 a 2056 (-7,56%), mentre nello stesso periodo Bojano senza il parco ha perso 773 abitanti passando da 8308 a 7535 (-9,30%).

9.   I PARCHI NAZIONALI BLOCCANO LO SVILUPPO ECONOMICO DEI TERRITORI? NO!

I 24 Parchi nazionali istituiti in Italia tutelano circa 1,5 milioni di ettari, pari al 5,1% del territorio nazionale che per la gran parte (il 72,5%) interessa aree di montagna e dunque aree disagiate. In queste aree sono presenti 706.058 imprese, che per il 13,1% sono imprese giovani (under 35) e per il 26,8 % imprese femminili, e si contano 9,7 imprese ogni 100 abitanti, in linea con il parametro nazionale e punte di 16 imprese per 100 abitanti nelle Cinque Terre. La principale attività economica esercitata nei Parchi nazionali è l’agricoltura, e la superficie agricola utilizzata (SAU) ammonta a 752.400 ettari (il 50,9% del totale) con 55mila occupati diretti e una diffusione di imprese agricole del 21,4% (a livello nazionale è il 13%).

I Parchi nazionali, perciò, oltre a conservare la natura praticano e incentivano lo sviluppo sostenibile con successo tant’è che, ad esempio, nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise dove si è perseguita una politica a favore delle comunità locali i risultati sono evidenti: a Opi, Villalago e Pescasseroli si superano le 100 presenze/giorno ogni mille residenti al pari di località turistiche abruzzesi rinomate come Roccaraso per lo sci o Tortoreto e Alba Adriatica per il mare.

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