Emergenza sanitaria in Molise da troppi mesi senza risposte, da parte del Governo. Per questa ragione il senatore Fabrizio Ortis ha rilanciato la necessità, urgente e inderogabile, di attuare un “decreto Molise” redatto sulla falsariga di quello calabrese.
Ortis è primo firmatario, in tal senso, di un’interrogazione indirizzata al ministro della Salute Roberto Speranza nella quale ha ricostruito le varie tappe della lunga crisi della sanità molisana, “le cui cause – ha spiegato Ortis – sono da rintracciarsi in primo luogo nello sventurato ridimensionamento del servizio sanitario pubblico avvenuto nello scorso decennio.
L’esplosione dell’emergenza pandemica ha poi definitivamente fatto collassare la già traballante sanità regionale, facendo emergere, e acuendo, tutte le sue debolezze strutturali: in Molise non sono più infatti garantiti i Livelli essenziali di assistenza, cosa che ha portato al ricorso forzoso alla procedura operativa Cross del Dipartimento della Protezione civile”, con numerosi pazienti trasportati in elicottero in altre regioni.
Lunghissima la lista delle storture e delle inefficienze sul fronte Covid: “Per citarne alcune – ha ricordato il senatore – nessun piano di riorganizzazione e potenziamento della rete ospedaliera molisana in ottica anti-coronavirus è stato ancora realizzato; tale ritardo vale anche per il centro Covid presso l’ex hospice di Tappino all’ospedale ‘Cardarelli’ di Campobasso. I posti aggiuntivi di terapia intensiva previsti nel ‘Decreto Rilancio’ non sono ancora stati attivati, così come non sono stati ultimati i bandi di reclutamento del personale sanitario”.
Nell’interrogazione a Speranza il parlamentare molisano ha sottolineato anche il ruolo “di quello che potremmo chiamare il fattore umano: la disorganizzazione generale e la mancanza di coordinazione tra le autorità preposte al contenimento della pandemia ha portato liti e rimpalli di competenze senza fine tra il presidente Toma, i vertici dell’Asrem e la struttura commissariale.
Proprio l’ex commissario ad acta Giustini, nella sua lettera di dimissioni dall’incarico, ha ricordato – dopo aver evidenziato le difficoltà riscontrate nell’esercizio del suo mandato – come avesse richiesto al Governo l’estensione al Molise delle norme contenute nel decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150: il cosiddetto ‘Calabria-bis’.
Un provvedimento che contemplava tra le prerogative riconosciute alla struttura commissariale l’autorizzazione ad attuare un piano straordinario di assunzioni di personale medico, sanitario e socio-sanitario, anche per la Medicina d’urgenza, attraverso l’utilizzo delle graduatorie degli idonei; maggiori poteri nei confronti di tutti gli enti sanitari regionali e provinciali; la definizione del Piano triennale di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico della rete di emergenza, ospedaliera e territoriale; infine, la possibilità di far affidamento su un contributo di solidarietà per il triennio 2021-2023”.
Il parlamentare molisano ha inoltre rimarcato come alle ampie rassicurazioni pervenute dal ministro circa un “imminente intervento governativo non sia poi seguito alcun fatto concreto che desse il via a un’opera di ristrutturazione della sanità regionale”.
Di qui il senso dell’interrogazione, con la quale Ortis pretende risposta sulle iniziative da assumere, “volte all’adozione, nel più breve tempo possibile – ha concluso – di un ‘decreto Molise’che risolva le criticità dell’emergenza sanitaria regionale che, da troppi mesi, aspettano di essere prese in considerazione dal Consiglio dei Ministri”.