Nonostante la nuova delibera di Giunta sui crediti commerciali (la numero 156/24), che, dopo la sentenza di sospensione del Tar, abbia prorogato i tempi per la presentazione delle domande da parte dei creditori della Regione, restano sul terreno tutti gli altri problemi di illegittimità sostanziale della procedura adottata dalla prima deliberazione, la 48 del 2024.
Non basterà, infatti, modificare i termini per la presentazione delle istanze per avere ragione nell’udienza di merito del prossimo 10 aprile.
Perché la Giunta ha agito in attuazione di una legge dello Stato sbagliata, la 213/2023, con una procedura molto più restrittiva di quella ordinaria ai Comuni in dissesto finanziario, dichiarata lesiva dei diritti dei cittadini dalla Prima Sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo con sentenza del 18 gennaio 2024.
Inoltre, fondati dubbi giuridici nascono anche in relazione alla decurtazione dei crediti (dal 20% al 60% a seconda della vetustà del credito maturato) che ledono alla base i principi giuridici sull’esigibilità delle somme vantate nei confronti dei debitori.
Parliamo di oltre 130 milioni per 3882 fatture o note di credito di imprese, che non vogliamo cancellare come invece vuole fare la maggioranza di Roberti. E proprio a Roberti e alla Giunta avevamo chiesto uno scatto di orgoglio e l’impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale della procedura sui crediti commerciali contenuta nella legge di Stabilità dello Stato del 2023, anteponendo i diritti delle imprese molisane alla “fedeltà politica” ad un Governo che, giorno dopo giorno, si dimostra sempre più nemico del Molise.
Dunque, in attesa dell’udienza di merito del Tar del 10 aprile, rinnoviamo l’invito a revocare in autotutela la dgr 48/24, anche per evitare, per il futuro, che imprese ed aziende decidano di non lavorare più per la Regione Molise, stante l’inaffidabilità della stessa nell’onorare, per intero, i propri debiti.
Micaela Fanelli