“L’agricoltura è il settore primario della regione Molise ma una evidente scarsa attenzione verso i comparti più attrattivi e una eccessiva burocrazia hanno rallentato e rallentano persone e imprese che nella loro terra vorrebbero investire”.
Così Nunzio Luciano, candidato al senato con Forza Italia, nel recente incontro che ha avuto con rappresentanti del mondo agricolo. L’avvocato, presidente della Cassa Forense Nazionale, mantenendo fede al suo impegno preso prima dell’avvio della campagna elettorale (“sarò in mezzo alla gente per ascoltare le loro istanze, perché solo in questo modo potrò aver un quadro chiaro di cosa accade nei vari settori”), ha incontrato al Centrum Palace sindacati, tecnici agricoli e proprietari di aziende agricole provenienti da tutta la regione.
“Una delle mie regole di vita è il rispetto nei confronti degli altri – ha detto Luciano – Partiamo dal punto principale: a me non piace fare promesse ma posso assicurare tutto il mio impegno per portare avanti una serie di progetti.
Nel mio settore l’ho già fatto con successo e non vedo perché questo successo non si possa ripetere nell’agricoltura molisana. A cosa mi riferisco? Alla ‘sburocratizzazione’.
Gli agricoltori non devono avere paura delle carte e le istituzioni devono favorire chi investe in agricoltura; le istituzioni devono aiutare i giovani (e non) imprenditori agricoli. Si possono sviluppare delle sinergie per aiutare il Molise agricolo a crescere. Naturalmente per fare ciò ci si deve avvalere anche di persone preparate. Mi piace immaginare in un futuro assolutamente non lontano, un team di esperti, scelto non dal politico di turno, ma dal mondo agricolo, che si rechi a Roma per intercettare risorse per il Molise. E noi, ci si augura, a fare da filtro, a dare risposte concrete.
Quello della politica è un ruolo delicato, soprattutto in questo periodo storico. Capisco, comprendo completamente lo scetticismo di molti a riavvicinarsi alla politica; io – continua Luciano – sono sceso in campo perché mi piacerebbe contribuire al riavvicinamento tra la politica e il cittadino.
In agricoltura – aggiunge – il programma del partito è piuttosto chiaro ed è proiettato nella direzione che ho appena citato: dobbiamo assecondare lo sviluppo delle produzioni biologiche; rilanciare la zootecnia italiana: ripopolare i pascoli del Sud, con i bovini nati e cresciuti in Italia, rilanciando il Sud e i piccoli borghi appenninici, contribuendo alla sovranità alimentare del Paese; dobbiamo premiare l’insediamento dei giovani come conduttori agricoli, affidando loro migliaia di ettari di terreni incolti. Dare loro la primazia nell’assegnazione dei terreni agricoli demaniali.
Un altro aspetto importante è legato al monitoraggio delle importazioni: la produzione di cibo in Italia e il significativo surplus commerciale legato all’export sono in alcune filiere legati all’esigenza di importare materia prima. Ciò tuttavia rappresenta spesso l’occasione per creare fenomeni speculativi che si riflettono pesantemente sul prezzo pagato ai nostri produttori.
Ma soprattutto bisogna bandire il finto ‘Made in Italy’, sostituendolo con l’autentico; a tutela del vero “Made in Italy” a partire dal mercato interno, rafforzando la battaglia per la ‘distintività’ integrale del nostro cibo, il suo rapporto con la gente, la sua penetrazione all’interno della filiera enogastronomica, vero moltiplicatore del suo valore fra i milioni di turisti che visitano il nostro Paese. Infine bisogna istituire la legge sui reati nel settore agroalimentare: chi pecca contro il ‘cibo’, pecca contro i nostri figli.
Mi auguro anche – termina Nunzio Luciano – che in un futuro speriamo non lontano si possa intervenire per accelerare i pagamenti bloccati da tempo e che di fatto hanno messo e mettono in ginocchio il settore più importante della nostra regione”.
Nunzio Luciano: scarsa attenzione istituzionale ha rallentato e rallenta persone e imprese che nella loro terra vorrebbero investire
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