Riceviamo e pubblichiamo
Il Molise è su un piano inclinato che diventa sempre più scivoloso.
Dopo gli anni a cavallo tra il vecchio e il nuovo secolo, che lo hanno visto avvicinarsi agli indicatori socio-economici delle regioni del centro, il Molise è stato riassorbito pienamente dalle dinamiche meridionali. Ha condiviso con il Mezzogiorno il vuoto progettuale, gli interessi particolari nelle scelte di governo e le pratiche clientelari. Nessuna sorpresa, dunque, se oggi si prepara a condividerne il declino economico e demografico.
I futuri appuntamenti elettorali a livello regionale, nazionale ed europeo ci diranno se il Molise vuole arrendersi al suo destino o se, al contrario, vuole reagire e adottare una strategia di innovazione e di sviluppo sostenibile.
Per portare questa regione lontano dal piano inclinato su cui si trova, servono un rapido cambio di direzione di marcia, precise scelte programmatiche e una straordinaria partecipazione dei cittadini. Di certo serve anche una classe dirigente autorevole, con una vera vocazione democratica.
A noi preme, però, partire dai problemi e dalle possibili soluzioni, chiamando al confronto coloro che in questi anni, senza godere di posizioni di potere, hanno prodotto idee innovative e sono pronti ad un impegno democratico libero da ipoteche e da ambizioni per le prossime scadenze elettorali.
Il lavoro per tutti, il superamento delle gravi e crescenti ingiustizie sociali, la salvaguardia dell’ambiente come valore e risorsa fondamentale, la consapevolezza che nessun rimedio efficace e duraturo può essere trovato a questi problemi senza un’Europa finalmente unita costituiscono i fondamenti della nostra proposta.
Fermare la decadenza della nostra regione è difficile ma possibile, a condizione che si metta mano ad un vero progetto di cambiamento. È una sfida che si può vincere, anche perché continuano ad esserci nel nostro Molise condizioni straordinarie: un ambiente non ancora compromesso, un territorio poco antropizzato, una società nella quale resistono lo spirito comunitario e la mitezza nei comportamenti.
Sono virtù naturali e sociali che possono fare del Molise un luogo elettivo per un’economia pulita e sostenibile. Di questo si è discusso negli ultimi anni, quando si è parlato di Clean Economy, di distretti biologici, di sviluppo delle aree interne e del futuro dell’Europa. Una discussione che si è persa in una serie di impegni politici e istituzionali, senza che nulla di sostanziale accadesse.
La “qualità” è la ricchezza che il Molise deve portare nel mercato nazionale e internazionale: un’agricoltura libera dai fitofarmaci e dalla chimica e un sistema agro-industriale che non comprometta l’ambiente;
una manifattura sempre più innovativa che, anche nella produzione e nello smaltimento dei rifiuti, rispetti rigorosamente regolamenti ambientali e codici etici;
una forte spinta all’innovazione tecnologica e al suo concreto utilizzo nelle attività produttive, nella mobilità, nella sfera privata e nella dimensione pubblica dei cittadini;
una centralità delle energie rinnovabili e del risparmio energetico in tutte le attività umane come viatico per un uso sostenibile delle risorse;
un turismo ecologico sostenuto dalla bellezza del paesaggio, dalla ricchezza della biodiversità, dalla nostra storia antica, dai luoghi e dai prodotti della nostra tradizione.
In questo impegno progettuale ed attuativo abbiamo già qualche eccellenza da cui partire: la riserva di Collemeluccio-Monte- dimezzo nell’Alto Molise è inserita nel progetto MaB (Man and the Biosphere) avviato dall’Unesco con lo scopo di mantenere un equilibrio duraturo tra uomo e ambiente attraverso la conservazione della diversità biologica, la promozione dello sviluppo economico e la salvaguardia dei valori culturali.
L‘obiettivo a cui tendere è quello di fare in modo che l’intero Molise sia riconosciuto dall’Unesco come un’area speciale della biosfera che tutela e valorizza la biodiversità e contribuisce alla lotta ai disastrosi cambiamenti climatici. La nostra regione deve investire sulla share and green economy come una grande opportunità di sviluppo e crescita, alimentata da una robusta economia dell’esperienza: benessere, cultura, enogastronomia, intrattenimento, salute, sport, tempo libero e turismo.
Un ruolo fondamentale per il successo di questa strategia lo hanno la cultura, la formazione e la partecipazione dei cittadini. La nostra università e la nostra scuola devono essere il laboratorio di quella ricerca, di quelle innovazioni tecnologiche e di quella formazione che sono condizioni essenziali per avere sviluppo economico sostenibile e produzione di ricchezza.
È questa la via maestra se si vuole dare un futuro ai nostri giovani, senza i quali non è pensabile il futuro della nostra regione.
Un’altra politica è indispensabile per realizzare questo progetto.
Troppo spesso la politica è stata utilizzata non per promuovere partecipazione, garantire diritti e dare al Molise un futuro migliore, bensì per organizzare clientele e coltivare interessi particolari nel solco di quel trasformismo che è stato il male profondo del Sud e della nostra regione.
È, quindi, decisivo un cambiamento profondo nella società e nel modo di essere delle istituzioni e del sistema politico. È necessario un movimento di liberazione democratico molisano e una classe dirigente che faccia della politica non un affare privato, ma una missione al servizio della collettività; è essenziale che venga data voce a quei cittadini che oggi, per condizione fisica e/o sociale, si trovano a vivere situazioni di profondo svantaggio che comprimono persino i loro diritti più elementari.
Con questo spirito chiediamo ai cittadini che vogliono dare una nuova opportunità al Molise di farsi pionieri del cambiamento. Insieme a loro vogliamo definire e realizzare l’ambizioso progetto che può sottrarre il Molise ad un destino già scritto.
Petronilla Di Giacobbe, insegnante
Maria Antonietta Conti, insegnante
Tina De Michele, avvocato
Caterina Cerroni, consulente aziendale