Tra le tante emergenze della nazione, oggi, la priorità del governo guidato da Fratelli d’Italia è il
pagamento della cambiale elettorale alla Lega, dando il via libera a riforma pessima, subdola che dividerà ulteriormente la Penisola. La destra italiana, che fa del patriottismo una bandiera, passerà alla storia per l’approvazione di un provvedimento che mette in atto un disegno secessionista che neanche la Lega Nord di Bossi avrebbe immaginato.
Molise Domani rimarca che l’estensore del provvedimento è il ministro leghista Calderoli,
autore della legge elettorale del 2013, conosciuta come ‘porcellum’, da lui stesso definita una
“porcata”; il padre del federalismo fiscale per gli enti locali, che avrebbe dovuto attivare il fondo di perequazione tra i territori, mentre in realtà ha tutelato la spesa storica dei comuni del Nord a danno di quelli del sud, accentuandone il divario.
Infatti, secondo Il Cpt dell’Agenzia governativa per la Coesione territoriale, la pubblica amministrazione nel suo complesso spende al Nord 13.400 euro per abitante, contro i 10.900 euro del Sud. Un dato eloquente, uno dei tanti disponibili, che poi si traducono in fatti evidenti. Per tutti basta confrontare le infrastrutture presenti da Firenze in su con quelle del resto d’Italia e i diversi investimenti di Eni, Poste, Anas, Ferrovie, ecc nelle aree italiane.
Per non parlare poi di un tema dirimente come la Sanità, i cui livelli essenziali di assistenza
sanitaria (Lea), avrebbero dovuto uniformare le prestazioni in tutte le Regioni, mentre i risultati, e i molisani ne sanno qualcosa, sono quanto di più disomogeneo si possa immaginare.
Su questi temi la letteratura è vasta. Come lo sono i giudizi negativi sull’Autonomia differenziata, reclamata, e non sarà un caso, solo da 4 presidenti delle regioni settentrionali.
Il centrodestra molisano si tiene ben lontano dal commentare la vicenda, eccetto le penose
e sgangherate dichiarazioni del dimissionato presidente Donato Toma, che tenta di aggraziarsi le simpatie dei politici nazionali in vista della fine del mandato. Toma avrebbe fatto bene a tacere, se solo pensa al disastro della sua gestione e allo stato di come riconsegna la Regione: Pil precipitato del 20% durante la pandemia (dato italiano peggiore), disoccupazione a due cifre, emigrazione di massa, sanità a pezzi, investimenti inattivati (un esempio è la Fresilia), fuga di grandi aziende come Unilever a Pozzilli, maggioranza spaccata e rissosa.
Toma cita ipotetici e aleatori vantaggi che l’Automomia darebbe al Molise, dimenticando che già quella esistente è fallita miseramente. “Molise Domani – afferma il coordinatore Sergio Pastò – auspica che il Paese, le forze democratiche, la società civile, il mondo produttivo, ma anche la Chiesa, si oppongano in tutte le sedi al disegno secessionista e disgregatore messo in atto da Fratelli d’Italia e dai suoi alleati. Il Movimento civico farà la sua parte per informare correttamente i cittadini e mettere in campo ogni azione che blocchi la riforma autonomista.