Sul governo regionale, guidato da Donato Toma, si sta per abbattere l’ennesima sciagura contabile. La partecipata ‘Molise Acque’, infatti, continua a riportare nei bilanci una quantità spropositata di crediti – parliamo di diversi milioni di euro – difficilmente esigibili.
Siamo ancora una volta di fronte ad un paradosso: mentre i cambiamenti climatici e i frequenti periodi di siccità mettono in ginocchio intere economie, il Molise dovrebbe produrre ricchezza, data l’abbondanza d’acqua di cui dispone, ma non ci riesce. Siamo forse la sola regione d’Italia a disporre di più acqua rispetto al fabbisogno, tanto da cederla – se pur a prezzi irrisori – a diversi territori confinanti.
Eppure, continuiamo a maturare crediti di difficile riscossione, il Consorzio di Bonifica di ‘Casa di Guardia’ (diga di Occhito) ha un debito di circa 4,3 milioni nei confronti dell’azienda molisana.
Ma il problema va ben oltre i crediti con Regioni ed Enti confinanti e si sta abbattendo, negli anni, sui già precari equilibri degli stessi comuni molisani. Sono tantissimi ad essere indebitati fino al collo con l’azienda regionale di gestione idrica. Citiamo i casi più eclatanti (debiti in euro): Bojano (12,2 milioni), Venafro (3,4 milioni), Campobasso (2,4 milioni), Montenero di Bisaccia (254.566), Monteroduni (784.008), Petacciato (159.585), Riccia (170.569), Santa Croce di Magliano (746.160), Santa Maria del Molise (25.231 euro), Sessano (208.563), Portocannone (371.016), San Martino in Pensilis (617.456), San Pietro Infine (7.009 euro) , Sant’Elia a Pianisi (12.255 euro).
Tra questi, sono diversi poi i comuni in cui risultano conferiti incarichi legali per il recupero crediti, mentre una parte dei comuni morosi hanno avviato delle transazioni per dilazionare i pagamenti, come San Martino e Venafro. Caso emblematico è quello di Bojano, il Comune più indebitato con ‘Molise Acque’. Il contenzioso va avanti dal 1995 ed ha portato a ben due sentenze in Cassazione (nel 2016 e nel 2020), che hanno sostanzialmente dato ragione al piccolo comune: la convenzione è stata dichiarata nulla e i conti erano sbagliati.
Intanto Bojano è stata sottoposta a procedura di dissesto ed ora, nonostante le due sentenze favorevoli, sta trattando per saldare il debito. La situazione di Bojano è la dimostrazione pratica del corto circuito a cui si assiste nella gestione dell’acqua in Molise, che vede protagonista, oltre alla Molise Acque e agli enti locali, il disinteresse e l’incapacità della Regione.
Già, perché risulta evidente che l’azienda partecipata avrà serie difficoltà nell’esigere i pesanti crediti vantati. A sollevare il dubbio è lo stesso collegio sindacale dell’Azienda, che chiede invano da tempo un piano dettagliato per il recupero dei crediti accumulati.
Dov’è il problema a livello politico e regionale? Se, com’è prevedibile, ‘Molise Acque’ non riuscirà a riscuotere i crediti vantati, tanti dei quali ormai “deteriorati”, la Regione dovrà farsi carico di ripianare questo enorme disavanzo. E dove si troveranno tutti quei milioni?
In caso contrario, invece, come faranno i tanti Comuni indebitati a salvarsi dal tracollo? Per i piccoli Comuni molisani, anche poche decine di migliaia di euro potrebbero essere insostenibili, figuriamoci le cifre emerse. Saranno costretti ad alzare le tasse ai già vessati cittadini?
Per saperne di più, dopo l’accesso agli atti che mi ha permesso di tracciare il drammatico quadro sopra descritto, ho chiesto lumi alla stessa ‘Molise Acque’. Inoltre, alla riapertura dei lavori in Consiglio regionale, depositerò un’interrogazione urgente.
È assurdo che in Molise anche disporre di una risorsa preziosa come l’acqua possa trasformarsi in un dramma collettivo.