Abbiamo detto del ‘caso’ della concessione a privato a derivare ad uso idroelettrico determinati quantitativi di acqua in transito sulle condotte di Molise Acque, dietro corresponsione di royalties all’azienda idrica. La questione è stata ripresa dai consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle, che hanno inteso presentare sull’argomento una specifica mozione, poi bocciata nella votazione in aula.
L’argomento ha avuto vasta eco ed è stato ripreso dal consigliere comunale di Campobasso, Francesco Pilone, che ha inteso seguire analoga strada, quella della mozione, naturalmente a Palazzo San Giorgio. Nel documento il consigliere ha ripercorso le tappe, con riferimento alla condotta del ‘Molisano destro’ che interessa l’acquedotto che serve i serbatoi di interesse del capoluogo di regione, cioè quelli di Monteverde di Vinchiaturo e ‘Cese alto’ di Campobasso.
Pilone ha ricordato che serbatoi e reti sono gestiti da Molise Acque, che è soggetto pubblico “che benissimo potrebbe ottemperare all’implementazione di scelte strategiche volte alla produzione e trasformazione energetica funzionale all’ottenimento di utili economie per il bene comune della collettività molisana”. Molise Acque, lo ricordiamo è ‘azienda’ pubblica, che può generare utili, con delle prescrizioni legate alla natura sociale del bene trattato, cioè l’acqua. Pilone ha richiamato l’art.1 comma 10 dello Statuto comunale che “riconosce l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune”.
Il Comune ha aderito all’Egam e, quindi, è parte interessata al discorso della gestione pubblica dell’acqua. In chiusura di documento la richiesta a sindaco e Giunta di attivarsi presso la Regione “per trovare tutte le possibili soluzioni e alternative percorribili per scongiurare l’affidamento ad una società terza della concessione dell’utilizzo delle condotte idriche molisane per uso idroelettrico” e, quindi, consentire a Molise Acque di sfruttare e trasformare energia in maniera diretta e funzionale “all’ottenimento di utili economie per il bene comune della collettività molisana”. Cosa è successo?
La mozione di Pilone, dettagliata e di fatto inappuntabile, è stata votata all’unanimità dal Consiglio comunale di Campobasso; un fatto importante, se si pensa che il consigliere è esponente di centro destra in un’assise pubblica a guida di centro sinistra. Non si può fare a meno di evidenziare come a Palazzo San Giorgio si sia fatta una scelta di campo nell’interesse cittadino, mentre alla Regione la maggioranza abbia optato per il muro contro muro, imponendo i numeri per bocciare una proposta che decisamente andava verso gli interessi della collettività, quelli cioè di potenziare la struttura pubblica per migliorarne i conti e farla gravare meno sulla società amministrata.
E’ vero che la Regione delibera in materia e il Comune no, quindi ha maggiore possibilità di fare scelte di campo, ma ciò non cambia la considerazione sul diverso approccio ‘politico’ e la differente sensibilità, in questo caso, delle due amministrazioni verso un problema di interesse pubblico. Inutile precisare tra le due scelte quale sia quella condivisibile.
Stefano Manocchio