La situazione dei trasporti in Molise è progressivamente peggiorata e stupisce il silenzio delle Istituzioni così come il disinteresse della politica.
Campobasso è da tre anni l’unico capoluogo di regione non raggiungibile in treno, né da una parte né dall’altra, e probabilmente anche l’unico capoluogo di provincia italiano a trovarsi in questa triste condizione. I lavori di elettrificazione e ammodernamento della linea ferroviaria a binario unico dovevano concludersi entro il 2022 e invece i ritardi sono palesi e ci vorranno ancora anni prima di arrivare a Campobasso in treno.
Ora un’altra tegola si è abbattuta sulla mobilità dei molisani. Dal 13 aprile l’ATM ha dimezzato i collegamenti giornalieri tra Termoli e Roma, sopprimendo due linee di pullman su quattro esistenti: quella in partenza alle 14 da Termoli e dalla capitale alle 19,15. I viaggiatori lo hanno appreso da uno scarno avviso pubblicato sul sito internet dell’azienda senza specificare alcuna motivazione. Così Termoli e l’intero Molise si allontana ancora da Roma nel silenzio generale, con gravi difficoltà per lavoratori, studenti e turisti.
In tutto ciò la cosa più grave è il disinteresse della politica. A due mesi dalle elezioni regionali tutti i soggetti politici in campo non fanno altro che preoccuparsi di questioni meramente tattiche e di ricercare il consenso passivo della popolazione dimostrando ancora una volta di non aver compreso il segnale di un’astensione sempre più crescente, fino al punto di configurarsi come sintomo di una democrazia malata, avulsa dalla partecipazione popolare.
Il Molise è condannato alla marginalità da una classe politica autoreferenziale, assolutamente incapace di organizzare i servizi necessari per la vita delle persone.
Potere al popolo, al di là delle sterili dinamiche elettoralistiche, lavorerà d’ora in avanti a organizzare il diffuso malcontento nei confronti dei vari comitati d’affari che vorrebbero trasformare i cittadini in clienti senza diritti.