“Sulla questione del Bando periferie occorre fare chiarezza. Innanzitutto, dopo il sì al Decreto Milleproroghe i Comuni virtuosi, per intenderci tutti i Comuni italiani che saranno stati capaci di accantonare fondi risparmiando, potranno ora usare l’avanzo di amministrazione allentando i vincoli che prima li costringevano a tenere i soldi in cassa senza poterli utilizzare.
Poi, nello specifico, i Comuni beneficiari dei fondi del Bando per le periferie non perdono i soldi. I primi 24 progetti in graduatoria, che avevano firmato la convenzione col Governo nel marzo 2017, sono stati già fatti salvi, garantendo immediata finanziabilità. I restanti 96 progetti, le cui convenzioni erano state sottoscritte nel mese di dicembre 2017, dovranno essere valutati attentamente per capire se e in che modo rispondano davvero alla funzione di rilancio delle periferie prevista dal bando. Una scelta, quella di effettuare una ricognizione sui 96 progetti rimanenti, che deriva anche dal rispetto della sentenza n. 74/2018 della Corte costituzionale.
Il bando, così com’è, ‘presentava profili di incostituzionalità’, ha detto la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Laura Castelli, che ha spiegato anche altro: ‘Il Governo è intervenuto per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale. Abbiamo pertanto garantito immediata finanziabilità per i primi 24 progetti che hanno ricevuto un punteggio superiore a 70/100. Ma, vista la necessità di rispettare la sentenza della Consulta, è stato necessario intervenire per analizzare i restanti progetti e valutare quali abbiano davvero una funzione di rilancio per le periferie. In ogni caso le spese progettuali già sostenute verranno rimborsate. Va comunque sottolineato che il bando per le periferie era stato finanziato dal precedente Governo per metà dell’importo complessivo. Si trattava quindi di mere promesse più che di risorse messe realmente a disposizione. Con tale strumento, inoltre, si è tolto ai sindaci il diritto di scegliere come usare le risorse come affermato dalla Corte Costituzionale. Abbiamo perciò deciso di utilizzare le risorse stanziate per le convenzioni negli anni 2018 e 2019 non solo per alcuni dei progetti dei Comuni capoluogo che hanno partecipato al Bando, ma per tutti gli 8.000 Comuni d’Italia, al fine di consentire alle tante amministrazioni comunali con avanzi di amministrazione di poterli utilizzare immediatamente per investimenti in opere pubbliche, secondo un criterio di premialità e di equità e rispetto di principi costituzionali. Siamo convinti che i progetti non siano tutti uguali: è necessario distinguere tra i Comuni che hanno dato avvio a progetti già esecutivi e su cui si è già investito per il rilancio delle periferie e chi invece utilizza questo fondo al solo scopo di creare progetti di facciata’.
In sostanza, per i 96 progetti non ancora finanziati è stata differita l’efficacia delle convenzioni di due anni, fino al 2020, prevedendo che i Comuni debbano rimodulare gli impegni di spesa e i pagamenti connessi. In ogni caso, se sono state già avviate spese progettuali, le stesse saranno rimborsate. La strada intrapresa ci consente, ora di verificare per bene la qualità delle proposte presentate da tutti i Comuni e di utilizzare al meglio ingenti risorse pubbliche, senza finanziare progetti azzardati. È bene infatti precisare che chi non si è visto finanziare in prima battuta il progetto, lo deve solo alla rispondenza del progetto stesso ai dettami del bando. Ma non è detta l’ultima parola.
I soldi, oltre 1 miliardo di euro, saranno infatti spostati su un nuovo Fondo, di sola cassa, da utilizzare per favorire gli investimenti degli enti locali, liberando gli avanzi in bilancio dalle regole contabili che ne impedivano l’utilizzo. Quindi, intanto i comuni interessati potranno fare ricorso all’avanzo di amministrazione. Ma tra due anni, se i progetti saranno stati effettuati coerentemente alle finalità del bando, l’iter riprenderà regolarmente, anche per Campobasso e Isernia. I progetti, dati i tempi tecnici, difficilmente sarebbero stati esecutivi prima del 2020. Ora, in questa fase, ci sarà un’analisi dei documenti presentati alla luce della pronuncia della Consulta, di cui non possiamo non tenere conto.
Quanto alle proteste dell’opposizione, ci limitiamo a dire che al Senato il Pd ha votato sì all’emendamento del Milleproroghe che sospende i finanziamenti. Uscito dall’Aula, ha poi iniziato ad aizzare le proteste di piazza. Un atteggiamento che di istituzionale ha ben poco, visto che il loro governo aveva finanziato il bando per metà dell’importo complessivo, con la solita strategia delle mere promesse, senza risorse reali a disposizione.
Dal Governo attuale arriveranno altri provvedimenti in favore degli enti locali, cui intendiamo essere vicini con i fatti e non con le chiacchiere. Il MoVimento 5 Stelle ha votato NO alla mozione presentata dalla maggioranza proponendo, invece, di affiancare proprio i Comuni nella stesura dei progetti”. Questa la nota del portavoce M5S in Consiglio regionale.