“Dopo il Consiglio monotematico sul lavoro di martedì 10 marzo, sento il dovere di intervenire per fare alcune puntualizzazioni sulle criticità che investono tutto il mercato del lavoro regionale quanto l’attività di coloro che posseggono la titolarità della relativa gestione”, interviene il Consigliere Salvatore Micone.
“Il lavoro in questa Regione è ormai un dramma sociale; lo scenario è quello di migliaia di persone senza lavoro che perdono motivazioni e dignità. Quella del lavoro doveva essere la priorità del mandato amministrativo di questo Governo con l’obiettivo di garantire alla nostra Regione sviluppo ed occupazione. A due anni di distanza però dal suo insediamento, l’Assessorato al Lavoro appare come una macchina che non ha mai iniziato a funzionare. Il lavoro nella nostra Regione appare piuttosto come l’inseguimento di politiche passive di sostegno al reddito attraverso l’utilizzo di ammortizzatori sociali. Ma non sono questi ultimi che danno ai nostri lavoratori dignità e speranza nel loro futuro. La lacuna più grande di questo Assessorato al Lavoro è proprio l’assenza dell’idea della necessità di attivare politiche attive del lavoro da porre accanto alle misure di sostegno al reddito che da sole ribadisco non sono sufficienti a contrastare la disoccupazione”, sottolinea Micone.
Chi gestisce le politiche per l’occupazione, nonostante i moniti dell’Unione Europea e degli altri attori del Mercato del lavoro, non programma azioni mirate alla ricollocazione lavorativa di quanti hanno perso il lavoro né azioni volte all’inserimento lavorativo di quanti ancora il lavoro non l’hanno mai avuto.
La criticità della situazione occupazionale è emersa con tutta la sua forza nel corso del Consiglio del 10 marzo u.s., nell’ambito del quale l’inerzia dell’Assessorato è stata evidenziata da più parti, compresa la maggioranza consiliare che con un proprio atto ha di fatto sollevato l’Assessore al Lavoro dall’incarico di gestione dell’emergenza occupazionale, affidandone la risoluzione alle Commissioni Consiliari I e II che congiuntamente dovranno iniziare un percorso di risanamento del mercato del lavoro regionale.
“Ci si chiede la motivazione di uno spostamento delle problematiche occupazionali dalla loro sede naturale (Assessorato al Lavoro) ad organi consiliari deputati a compiti diversi da quelli gestionali. Mi appare tutto questo da un lato quale abbandono delle proprie responsabilità da parte dell’Assessore Petraroia, dall’altro di fatto una diplomatica sfiducia proclamata da uomini che siedono nel suo stesso partito; perdipiù senza l’avallo del Capogruppo del suo stesso partito in Consiglio Regionale, Francesco Totaro, il quale, nella veste di Presidente della I Commissione Consiliare, astenendosi dal votare il suddetto atto, ha probabilmente “rispedito al mittente” le responsabilità del suo collega Petraroia.
Della sua inerzia è ormai maturata convinzione anche nei suoi colleghi parlamentari; nella lettera infatti che in questi giorni Ruta ha inviato al Governatore Frattura, il medesimo ha evidenziato le criticità legate alla sfera lavoro nella regione Molise portando le proprie dimissioni dalla Commissione Agricoltura in Senato quale esempio da seguire e portare a compimento anche a livello regionale. Ciò significa che le dimissioni dell’Assessore Petraroia, che io stesso ho chiesto in seguito al Consiglio monotematico sul lavoro, vengono paventate anche all’interno del PD laddove, attraverso la suddetta missiva al Governatore, sono state sottolineate oggettive responsabilità in merito alla mancanza di “misure straordinarie che avrebbero potuto dare la possibilità di ripartire, di conservare posti di lavoro, di dare occasioni di lavoro a quanti lo hanno perso o lo hanno in modo precario o saltuario e per i tanti che un lavoro non sono mai riusciti ad averlo”: questo credo sia una palese bocciatura dell’operato (o inoperato) dell’assessorato al Lavoro”, afferma Micone.
I cittadini sono stanchi di leggere quotidianamente da parte di Petraroia solo riflessioni teologiche, geopolitiche, storiche ed annunci di ipotizzate assunzioni da parte di aziende lontane dalla nostra realtà territoriale (a mo’ di riviste cerca lavoro), incapaci di risolvere le vere criticità della nostra Regione (GAM, ITTIERRE, Zuccherificio del Molise, disocupati, inoccupati, giovani, uomini e donne senza reddito).
Servono azioni mirate, conclude Micone, che favoriscano la ripresa produttiva delle grandi, piccole e medie imprese molisane quanto azioni di politica attiva che facilitino il mantenimento e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Micone: anche dal PD un monito alla ristrutturazione dell’Assessorato regionale al Lavoro
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