Ci sono anche volti giovani nelle liste che concorreranno alle prossime elezioni regionali in Molise; uno di questi è Michele Nardacchione, 37enne sindaco del Comune di Cercepiccola, candidato con il movimento-partito ‘Orgoglio Molise’ nella coalizione del centro destra a sostegno del candidato presidente Donato Toma. Nardacchione è abituato ai ruoli operativi: ha svolto funzioni importanti nel Corpo della Guardia di Finanza (con i famosi Baschi Verdi ha partecipato al G8 di Genova e de L’Aquila svolgendo mansioni delicate, ottenendo anche varie onorificenze). Pur ancora giovane, Nardacchione vanta già diversi anni di esperienza amministrativa, sempre all’interno del Comune di Cercepiccola: dai primi anni 2000 in qualità di Assessore alle Politiche giovanili, poi riconfermato anche con delega alla Viabilità. Nel 2009 si stacca dalla maggioranza e forma da solo un gruppo di opposizione fino a termine mandato e l’anno seguente decide di aderire ad un nuovo gruppo politico locale, presentandosi alle amministrative e risultando primo eletto, ma il risultato personale non è sufficiente alle vittoria della lista e diviene capogruppo di opposizione. Nel 2014 fonda il gruppo dei “Giovani Cercepiccolesi” e nel 2015 vince le elezioni comunali, con il 55,45% e diventa sindaco del comune molisano; due anni dopo viene inoltre eletto Presidente presso l’Unione dei Comuni della Valle del Tammaro. Con lui abbiamo parlato della sua decisione di scendere in campo alle prossime elezioni regionali.
Cosa significa essere sindaco di un piccolo comune molisano?
“Personalmente ho sempre considerato la politica come volontariato e non come lavoro e per questo motivo ho anche rinunciato agli emolumenti nelle cariche istituzionali ricoperte- dice in premessa – perché il sindaco deve capire di essere un servitore del popolo, che gli da la fiducia. Io ho già un lavoro, che ho sempre svolto con la dovuta diligenza ed impegno e che mi permette di vivere dignitosamente; il ruolo politico lo interpreto come missione, dando rappresentanza alla comunità, che ha bisogno di una voce istituzionale al proprio fianco. Il volontariato lo faccio in Comune e lo faccio con il cuore; il sindaco è figura istituzionale, ma, soprattutto nelle piccole realtà, deve vivere a contatto con la gente, parlando con le persone, per conoscerle e cercare di capire le loro richieste”.
Il passaggio da sindaco di un piccolo comune a consigliere regionale certo non è semplice, cambiano ruoli e responsabilità: in caso di elezione sarà pronto ad affrontare questa sfida?
“Sicuramente cambieranno le tempistiche di gestione ed aumenteranno gli impegni; ma non cambierà il modus operandi, perché la gente si sente abbandonata ed ha necessità di avere vicina una presenza istituzionale. Capisco che vedere un consigliere regionale tra la gente non è considerata la normalità, ma è sbagliato; io da questo punto di vista mi comporterò esattamente come mi sto comportando da sindaco, privilegiando un contatto diretto con le persone. Con questo non voglio muovere critiche a nessuno, parlo del problema in generale. Sarà nel caso anche un impegno gravoso che però non dovrà incidere sulla vita privata e familiare; io sono sempre riuscito a scindere vita privata, lavoro e politica e così dovrà essere anche in futuro”
Per quale motivo ha scelto il centro destra e la lista di “Orgoglio Molise”?
“La mia forma mentis è orientata sempre verso il rispetto delle regole e le legalità; sono stato sempre lontano dal populismo e dal buonismo. Dopo aver ricevuto vari corteggiamenti dai partiti, ho scelto una lista con esponenti esperti, ma senza scheletri nell’armadio. Mi sento di spendere parole di stima verso il candidato presidente: Donato Toma è un professionista stimato, che può promuovere il cambiamento. Detto questo avrò sempre rispetto dell’avversario; in regione si devono fare gli interessi del popolo, senza odiare il prossimo. Chiudo con il mio slogan elettorale: rinnovamento, serietà e competenza”.