Un risultato politico importante, per un’opera infrastrutturale certamente strategica, ma dall’alto impatto ambientale, che ha suscitato, legittimamente, dubbi e preoccupazioni nella popolazione e in molte associazioni ambientaliste, finora mai pienamente fugati dalle istituzioni competenti al rilascio dell’iter autorizzativo.
Nella seduta di Consiglio regionale del 17 settembre si è discussa la mozione presentata dal Gruppo Consiliare del Partito Democratico e dal consigliere Aida Romagnuolo sulla realizzazione del metanodotto Larino-Chieti, fortemente osteggiato da Legambiente Abruzzo e Molise, il Coordinamento Trivelle Zero del Molise, il Forum abruzzese dei Movimenti per l’Acqua e il Comitato No Stoccaggio Poggiofiorito, ai quali va il merito di aver sollevato la questione e sollecitato la classe politica regionale ad intervenire.
Mozione, dopo una lunga discussione, che siamo riusciti, all’unanimità di maggioranza e minoranza, a trasformare in un ordine del giorno, di cui sono stata prima firmataria, che impegna il Presidente Toma ad assumere tutte le iniziative atte a verificare l’opportunità di sospendere la realizzazione del metanodotto, con particolare riguardo allo spostamento del tracciato nel bosco Coriundoli di Montecilfone e a valutare gli adeguamenti necessari per garantire le compatibilità.
Quindi a chiedere ogni informazione per comprendere la realizzabilità e l’ubicazione del collegamento presso il Sinarca e a rivolgersi al Presidente del Consiglio ed al Ministero dello Sviluppo Economico per reclamare una nuova valutazione del progetto. In più, a sollecitare il Presidente del Consiglio ed il Ministero dello Sviluppo Economico per valutare la sospensione dell’iter procedurale, fin quando non venga comunicato dal Ministro dell’Ambiente il risultato della procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Poi, a chiedere alla Regione Abruzzo ogni utile iniziativa per valutare la sospensione e\o le modifiche necessarie per gli adeguamenti e, infine, a riferire in Consiglio gli esiti delle iniziative intraprese.
Azioni necessarie ed indispensabili, visto il potenziale pericolo per l’ambiente e la biodiversità, dal momento che il tracciato attraversa 16 siti di interesse comunitario e una zona di protezione speciale, oltre all’area archeologica di Montenero. Zone sensibili sia dal punto di vista naturalistico-paesaggistico che dal punto di vista del dissesto idrogeologico. Senza dimenticare che l’area frentana, negli ultimi anni, è stata interessata da numerosi terremoti, anche di forte intensità, come quello dell’agosto 2018.
Timori, finora, mai dissipati in maniera esaustiva, che hanno portato il Partito Democratico a sollecitare l’intero Consiglio Regionale a comprendere, fino in fondo, la reale utilità e soprattutto la sicurezza dell’opera, così come chiesto a gran voce dai territori interessati dal nuovo metanodotto. Comitati, associazioni, cittadini, ai quali va il vero merito di aver sollevato il potenziale problema e giustamente preteso una risposta politica – e non soltanto tecnica – su un’opera strategica dall’enorme impatto ambientale, che non poteva essere di sola competenza della burocrazia.
Da parte nostra, come Gruppo del Partito Democratico, manterremo alta l’attenzione e vigileremo affinché gli impegni assunti in Consiglio regionale siano rispettati.
Micaela Fanelli